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Papa Leone XIV

Papa Leone XIV: “Se l’uomo non custodisce il giardino, lo devasta”

All’Udienza Generale il Pontefice lega crisi ecologica e responsabilità umana: “Serve una conversione che orienti scelte personali e decisioni collettive”
giovedì, 20 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Il tema ambientale è tra i più cari al mondo della Chiesa e anche ieri Papa Leone XIV, nel corso dell’Udienza Generale del mercoledì, ha collegato la crisi ecologica al compito umano richiamato dal Vangelo. Affacciandosi dal Palazzo Apostolico, Il Vescovo di Roma ha spiegato che la situazione attuale impone “una conversione” che coinvolga scelte personali e decisioni collettive sull’argomento ecologico: “Se l’uomo non si fa custode del giardino, diventa un devastatore”, le sue parole. Il Pontefice ha preso avvio dalla scena evangelica di Maria Maddalena che scambia il Risorto per il custode del giardino. Ha spiegato che quel dettaglio indica un compito preciso: “Il giardino è il luogo in cui il compito dell’uomo emerge con chiarezza. Coltivare e custodire non è un’opzione”. Ha poi ricordato che la risurrezione avviene in un giardino e che questo richiama la responsabilità verso la terra: “Il Risorto porta a compimento ciò che era stato affidato all’uomo. Questo riguarda anche noi”.

Richiamando ‘Laudato si’’, ha ribadito con forza che una cultura ecologica richiede un cambiamento ampio: “Non basta rispondere a singole emergenze. Serve un modo di pensare, un programma educativo, una politica e uno stile di vita coerenti”. Ha poi collegato questo approccio alla speranza cristiana “che nasce nel giardino dove Cristo è deposto come un seme. Da lì parte un cammino che coinvolge la vita concreta”.

Svolta di orientamento

Il Santo Padre ha poi parlato di conversione come svolta di orientamento: “Maria si volta quando riconosce Gesù. Anche noi dobbiamo voltare lo sguardo”. Ha spiegato che questo cambiamento può incidere sulla storia: “La conversione spirituale produce solidarietà, tutela persone e creature, frena dinamiche distruttive”. Successivamente ha aggiunto che in diversi Paesi giovani e adulti mostrano attenzione al grido della terra e dei poveri: “Molti si lasciano toccare da questo grido. È un punto di incontro con il cammino della Chiesa”. Ha osservato che cresce anche il desiderio di un rapporto diretto con la natura: “Molti cercano nel contatto con il creato una via per uscire da conflitti e tensioni”. Ha citato il Salmo: “I cieli narrano la gloria di Dio”. Ha spiegato che la creazione comunica senza parole e invita a un ascolto più attento.

Ha poi chiesto di ascoltare “la voce di chi non ha voce”: persone fragili, comunità esposte, ecosistemi sotto pressione: “Se ascoltiamo queste voci, possiamo vedere ciò che ora non vediamo”.

‘Giornata Pro Orantibus’

Nella parte conclusiva dell’Udienza il Vescovo di Roma ha rivolto saluti ai pellegrini presenti. Ai gruppi francofoni ha chiesto di riconoscere nella creazione l’opera del Creatore. Ai pellegrini di lingua araba ha ricordato che il cristiano è chiamato a lodare Dio per le creature e a proteggerle. Ai fedeli portoghesi ha detto: “Se non siamo guardiani del giardino, diventiamo distruttori”. Ha salutato gruppi provenienti da Asia, Africa, Stati Uniti e America Latina, ribadendo in ogni lingua il legame tra fede e custodia della terra. Ha ricordato poi la ‘Giornata Pro Orantibus’, invitando a sostenere i monasteri contemplativi, e la Giornata Mondiale della Pesca, richiamando l’attenzione sulle condizioni dei pescatori. Ai giovani, ai malati e agli sposi novelli ha chiesto di porre Cristo al centro della vita, in vista della solennità di Cristo Re.

Il Papa ha chiuso riprendendo il tema iniziale: “Accogliere e compiere il proprio compito è la via per attraversare la storia senza distruggere ciò che ci è affidato”.

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