Il tasso medio di inflazione torna a scendere in Italia, trainato dal netto rallentamento dei prezzi dei beni energetici. Ma per molte famiglie la boccata d’ossigeno rischia di essere parziale: alimentari e ristorazione continuano infatti a registrare rialzi consistenti, con effetti diretti sul carrello della spesa. A lanciare l’allarme è il Codacons, che commenta i dati definitivi diffusi dall’Istat relativi al mese di ottobre. Secondo l’associazione dei consumatori, il calo dell’inflazione all’1,2% si traduce comunque in un aumento della spesa annua pari a 387 euro per la famiglia tipo, cifra che sale a 548 euro per un nucleo con due figli. A incidere maggiormente è il comparto alimentare: i prezzi di cibo e bevande analcoliche aumentano del 2,5% su base annua, oltre il doppio del tasso d’inflazione generale. Un rincaro che equivale a un aggravio di 232 euro l’anno per una famiglia con due figli.
Sul fronte dell’energia, invece, i segnali sono decisamente più incoraggianti. I beni energetici regolamentati passano da un aumento del 13,9% registrato a settembre a un -0,5% in ottobre. L’energia elettrica nel mercato tutelato frena dal +20,5% a un quasi neutro +0,1%, mentre il gas mostra una discesa ancora più marcata, dal -4,2% al -9,8%. Una dinamica che contribuisce in modo significativo all’allentamento delle tensioni inflazionistiche.
Aumenti delle strutture ricettive
Restano però in forte crescita prezzi e tariffe in altri settori. In particolare, i servizi di ristorazione e le strutture ricettive registrano aumenti medi del 3,9% rispetto a ottobre 2024, una tendenza che continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie.
“Il rallentamento dell’inflazione è un dato positivo, ma non deve trarre in inganno”, avverte il Codacons. “Se le bollette energetiche si alleggeriscono, il costo della vita continua a crescere in comparti essenziali. I consumatori restano esposti a rincari che incidono pesantemente sul bilancio familiare”.



