Southern Water ha ammesso la “probabile responsabilità” per l’inquinamento da milioni di pellet plastici che hanno invaso la spiaggia di Camber Sands, nell’East Sussex, Regno Unito. L’azienda, che gestisce servizi idrici e fognari nel sud dell’Inghilterra, ha attribuito l’incidente a un guasto nei filtri di un impianto di trattamento delle acque reflue. I pellet, noti come bio-beads, sono utilizzati per il trattamento biologico delle acque e, una volta dispersi, possono essere scambiati per cibo da uccelli e fauna marina, con effetti potenzialmente letali. L’organizzazione ambientalista Strandliners ha definito l’episodio “il peggior caso di inquinamento da pellet mai registrato” nella zona. La fuoriuscita ha scatenato una vasta operazione di bonifica, con il coinvolgimento di volontari, esperti ambientali e autorità locali. Il consiglio distrettuale di Rother ha rassicurato sulla mancanza di rischi immediati per la salute pubblica, ma ha avviato un monitoraggio costante della situazione. Southern Water, già al centro di polemiche per precedenti scarichi di liquami in fiumi e mari britannici, ha dichiarato di collaborare con le autorità per accertare le cause e prevenire futuri incidenti. Il governo britannico, sotto pressione per la gestione ambientale delle utility, ha annunciato una revisione del sistema di controllo degli impianti idrici. L’incidente riaccende il dibattito sull’impatto ambientale delle infrastrutture idriche e sulla necessità di investimenti strutturali. Intanto, Camber Sands — celebre per le sue dune e meta turistica — resta simbolo di una crisi ecologica che chiede risposte urgenti.



