In caso di infarto ogni minuto conta, letteralmente. E molto più di quanto si supponesse in passato: nuovi dati discussi a Matera durante il convegno di presentazione della campagna nazionale sulla gestione dell’infarto “Ogni minuto conta”, dimostrano che non deve più esistere il limite ‘golden hour’ di 120 minuti, ormai superato, perché la tempestività dell’intervento medico è ancora più essenziale del previsto, e perché per ogni 10 minuti di ritardo si registra un 3% addizionale di mortalità. La nuova campagna, voluta da “Il Cuore Siamo Noi – Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus”, con il patrocinio della Società Italiana di Cardiologia, è l’occasione per sottolineare l’importanza delle due strategie principali per accorciare i tempi di accesso all’angioplastica con stent, intervento indispensabile per riaprire le coronarie colpite da infarto. Da un lato infatti i cittadini devono imparare a riconoscere subito i segni tipici dell’infarto (come il dolore costrittivo retrosternale), dall’altra i soccorsi devono ridurre ogni possibile ritardo avendo a disposizione mezzi equipaggiati con un elettrocardiografo per fare diagnosi immediata.