Le parole del ministro della Difesa Israel Katz hanno segnato ieri un nuovo giro di tensione. Katz ha dichiarato che le Forze di difesa israeliane condurranno operazioni per distruggere i tunnel di Hamas e per uccidere i suoi combattenti all’interno delle aree della Striscia sotto controllo israeliano senza alcuna limitazione.
La dichiarazione segue rapporti secondo cui centinaia di miliziani resterebbero ancora nascosti nei tunnel sotto Rafah e in altre porzioni meridionali della Striscia, impossibilitati a ritirarsi senza uscire allo scoperto. Le affermazioni del ministro avvengono mentre proseguono i raid aerei su Gaza City e Khan Yunis e le demolizioni di edifici residenziali nelle zone orientali di Rafah e di Khan Yunis, secondo le ricostruzioni dei media regionali.
Funzionari ospedalieri di Khan Younis hanno inoltre reso noto di aver ricevuto da Israele i corpi di 15 palestinesi morti mentre erano detenuti. Con questa consegna il numero dei palestinesi restituiti alle famiglie sale a 285. I corpi sono stati riconsegnati dopo che Hamas ha consegnato a Israele il corpo del sergente maggiore Itay Chen, militare israelo americano rapito e ucciso il 7 ottobre 2023. Il corpo è stato ispezionato e identificato dalle autorità israeliane.
Sul piano interno alla politica palestinese emergono quindi segnali di negoziazione. Un esponente di Hamas ha riferito di un accordo con l’Autorità nazionale palestinese per la creazione di un comitato temporaneo che gestisca la Striscia per conto dell’Anp. Secondo la versione riportata, la commissione dovrebbe sovrintendere ai valichi e alle forze di sicurezza e sarebbe guidata da un ministro dell’Anp.
Non è chiaro se l’intesa abbia il sostegno formale degli Stati Uniti o dell’Anp stessa. Ma intanto la vicenda dei passaggi sicuri per i combattenti intrappolati a Rafah è oggetto di contrasti. Gli Stati Uniti spingono perché sia consentito un corridoio sicuro per consentire il rientro o la consegna dei miliziani nell’ambito del cessate il fuoco proposto dall’amministrazione americana. Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è opposto fermamente a ogni concessione che permetta ai combattenti di muoversi senza essere catturati o processati. In parallelo, alcuni militari hanno proposto di legare eventuali lasciapassare alla restituzione di resti non riconsegnati di soldati israeliani.
Bozza Usa per una forza Onu
La proposta Usa per una forza internazionale a Gaza resta al centro della diplomazia. Secondo quanto circolato, Washington avrebbe preparato un testo che autorizzerebbe un mandato di circa due anni per una forza di stabilizzazione e un’amministrazione di transizione. Il testo prevederebbe poteri ampi, inclusa l’autorità di ricorrere a tutte le misure necessarie per proteggere civili e corridoi umanitari, e l’obiettivo della smilitarizzazione dei gruppi armati. Israele avrebbe accettato la possibilità di un mandato Onu dopo pressioni statunitensi ma cerca di influenzarne la formulazione. Gerarchie israeliane temono l’internazionalizzazione del conflitto e si oppongono, secondo fonti, a qualsiasi meccanismo che aumenti il coinvolgimento del Consiglio di Sicurezza.
Escalation nel sud del Libano
Resta alta la tensione anche oltre i confini israeliani. I media hanno riferito che l’esercito israeliano ha colpito un’auto nel sud del Libano causando almeno un morto e un ferito. Il raid è stato segnalato nella zona di Tiro e ha provocato panico nelle vicinanze di una scuola. Israele ha inoltre minacciato di intensificare le operazioni contro le roccaforti di Hezbollah, ampliando così il fronte di rischio nella regione.
Siria e Iran
Il quadro internazionale si complica con altri dossier. Gli Stati Uniti avrebbero anche presentato una bozza per revocare sanzioni contro alti funzionari siriani prima della loro ricezione alla Casa Bianca. Nel frattempo l’Iran ha rilasciato due cittadini francesi dopo tre anni di detenzione e Parigi ha facilitato il rilascio di una cittadina iraniana arrestata in Francia. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha ammonito che l’Iran deve migliorare in modo serio la cooperazione con gli ispettori per evitare un peggioramento delle tensioni.



