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Tre ostaggi ritrovati, possibili consegne alla Croce Rossa. Scandalo per un video che mostra torture a un detenuto di Gaza

Netanyahu: “Colpo gravissimo”. Ottobre mese peggiore per violenze dei coloni in Cisgiordania
lunedì, 3 Novembre 2025
3 minuti di lettura

Ieri il dossier israelo palestinese si è mosso su più fronti, tra spiragli e nuove tensioni. Secondo diversi media arabi e israeliani, sarebbero stati ritrovati a Khan Younis i corpi di tre ostaggi, con una possibile consegna alle autorità nelle prossime ore. La Croce Rossa, riferisce l’emittente pubblica Kan, avrebbe inoltre pianificato con Hamas due pattugliamenti congiunti nelle aree sotto controllo dell’esercito israeliano a Khan Younis e nel quartiere di Shujaiyya, per cercare altri resti.

In parallelo è trapelata l’ipotesi di corridoi sicuri oltre la cosiddetta Linea Gialla per l’uscita di miliziani armati su mezzi della Croce Rossa, proposta che avrebbe ricevuto un primo via libera di Hamas e che richiede ora l’assenso del governo israeliano. Sul fronte interno, però, il governo di Tel aviv affronta altre tensioni. Un video sugli abusi nel centro di detenzione di Sde Teiman Ha scosso l’opinione pubblica. Le immagini, risalenti al luglio 2024, mostrano un detenuto di Gaza seviziato da riservisti dell’esercito.

Il caso ha già portato alle dimissioni del maggiore generale Yifat Tomer Yerushalmi e ha innescato la dura reazione del primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha definito il filmato un colpo gravissimo all’immagine dello Stato e dell’Idf. Il premier ha chiesto un’indagine indipendente. Restando ai confini di Gaza, l’esercito ha reso noto di avere ucciso un palestinese che avrebbe attraversato la Linea Gialla e minacciato le truppe. Nella stessa riunione di governo Netanyahu ha ribadito che restano due sacche di Hamas in territori controllati da Israele, una a Rafah e una a Khan Younis, e che saranno eliminate. Israele, ha aggiunto, riferisce agli amici americani ma non chiede permessi. L’obiettivo resta la smilitarizzazione di Gaza.

Gaza e Cisgiordania

Il ministero della Sanità della Striscia, controllato da Hamas, stima in 236 i morti dall’inizio del cessate il fuoco e in oltre 590 i feriti, mentre il conteggio generale dalla guerra del 2023 supera le 68 mila vittime e 170 mila feriti. Hamas respinge inoltre le accuse statunitensi di avere saccheggiato convogli di aiuti nel sud della Striscia, parlando di una campagna di disinformazione. Negli Stati Uniti il segretario di Stato Marco Rubio ha rilanciato le accuse, sostenendo che le sottrazioni di aiuti ostacolano il piano umanitario dell’amministrazione Trump. Intanto la West Bank vive un’altra giornata di violenze.

L’agenzia Wafa riferisce di 21 palestinesi fermati durante incursioni dell’esercito, tra cui minori. L’organizzazione israeliana B Tselem ricorda che alla fine del 2024 oltre duecento minori erano detenuti in Israele e una quota significativa senza accuse formali. L’Unrwa segnala che ottobre rischia di diventare il mese peggiore dal 2013 per gli attacchi di coloni contro agricoltori e raccolti. Migliaia di ulivi sarebbero stati sradicati o danneggiati e una scuola di Khirbet Ibziq è stata nuovamente vandalizzata. La crisi in Cisgiordania riemerge mentre la Knesset avanza una proposta di annessione e cresce la preoccupazione internazionale.

Il piano Usa e lo scetticismo arabo

In questo contesto, il Times of Israel descrive un progetto statunitense battezzato nuova Gaza, con nuove aree residenziali nella metà orientale della Striscia e un trasferimento fino a un milione di palestinesi nelle zone sotto controllo israeliano. La proposta sarebbe accolta con freddezza nei Paesi del Golfo e appare legata a condizioni difficili da soddisfare come il completo disarmo di Hamas e il ritiro progressivo delle truppe israeliane. Sullo sfondo proseguono le interlocuzioni tra vertici militari statunitensi e israeliani, con la visita a Tel Aviv del capo di stato maggiore congiunto Dan Caine per una valutazione della situazione e dei rischi regionali.

Libano, Israele colpisce Hezbollah

Sul fronte libanese la tensione resta alta. L’Idf ha comunicato di avere ucciso quattro membri di Hezbollah e di avere eliminato il responsabile logistico della forza Radwan. Il ministro della Difesa Israel Katz ha ammonito che gli attacchi contro il gruppo nel sud del Libano potranno intensificarsi e ha chiesto a Beirut di rispettare l’impegno per il disarmo. Da parte libanese i media hanno riferito di quattro morti in seguito a un attacco di droni a Kfar Roummane. Intanto Ron Dermer, ministro per gli Affari strategici, ha assicurato che la Linea Gialla di Gaza non diventerà un confine permanente, scenario legato al disarmo di Hamas e al possibile dispiegamento di una forza internazionale.

Iran, nuovo programma nucleare, “senza armi”

A Teheran il presidente Masoud Pezeshkian promette di ricostruire le infrastrutture nucleari colpite nei raid di giugno, assicurando che il programma resta civile e richiamando la fatwa che vieta le armi atomiche. A Tel Aviv le famiglie degli ostaggi sono tornate in piazza per chiedere il rientro dei resti ancora trattenuti a Gaza. La missione, hanno detto i familiari, non è finita finché manca qualcuno.

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