Dopo la breve flessione di settembre, i prezzi del cibo tornano a crescere. Lo hanno confermato i dati Istat sull’inflazione di ottobre: l’indice generale cala dall’1,6 all’1,2% su base annua, ma nel dettaglio i prodotti alimentari e le bevande analcoliche segnano un +0,2% mensile, invertendo la tendenza del mese precedente (-0,1%). Un andamento che, seppure contenuto, pesa sulle tasche degli italiani, aggravando un quadro in cui i beni di prima necessità continuano a rincarare più della media generale.
“I prezzi del cibo riprendono a salire. Nessun sollievo per la casalinga di Voghera che, a differenza della Lagarde, va tutti i giorni al mercato a fare la spesa”, ha detto Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i nuovi dati dellʼIstituto di statistica. “Il calo dell’indice generale non comporta alcun beneficio reale: bisogna che i prezzi delle spese obbligate scendano, non che continuino ad aumentare più lentamente”, ha proseguito Dona che ha parlato di “una stangata da 438 euro su base annua per una coppia con due figli, di cui 250 euro solo per alimenti e bevande”.
Anche le famiglie con un solo figlio subiscono rincari: 376 euro in più all’anno, di cui 219 euro legati a cibo e bevande: “In media – conclude – mangiare e bere oggi costa 173 euro in più rispetto allo scorso anno. Non basta dire che l’inflazione cala: finché pane, latte e verdura continueranno a costare di più ogni mese, il bilancio delle famiglie italiane resterà in rosso”.
“Inflazione in calo grazie all’energia, ma occhio al gas”
Sulla stessa linea il Codacons, che pur riconoscendo il rallentamento dell’inflazione, ha avvertito che il sollievo è solo apparente: “La maggiore spesa annua per la famiglia tipo è di +387 euro, che sale a +548 euro per un nucleo con due figli”, si è letto un una nota. Secondo l’associazione, la frenata dell’inflazione è dovuta quasi esclusivamente ai beni energetici, con quelli regolamentati che passano dal +13,9% di settembre a -0,8% in ottobre. L’energia elettrica sul mercato tutelato rallenta da +20,5% a +0,1%, mentre il gas scende da -4,2% a -10,9%. “Un andamento positivo che tuttavia potrebbe presto invertirsi con l’arrivo del freddo e l’accensione dei riscaldamenti, facendo risalire i prezzi del gas per effetto della maggiore domanda”.
Restano invece elevate le tensioni su altri fronti: i prodotti alimentari crescono del 2,7% su base annua, mentre i servizi di ristorazione e ricettivi aumentano del 3,8%, ben al di sopra del tasso medio generale.
“Inflazione sotto il 2%, ma consumi ancora fermi”
Più fiduciosa, ma non priva di cautela, la nota di Confesercenti, che ha sottolineato come i dati Istat “evidenzino un deciso rallentamento dell’inflazione, con una prospettiva per quest’anno abbondantemente sotto il 2%”. Un risultato positivo, hanno spiegato dall’associazione, “che si accompagna al miglioramento del clima di fiducia”, ma che “non basta ancora a rilanciare i consumi, il vero malato dell’economia italiana”.
Confesercenti ha avvertito che “serve una spinta più forte” e guarda alle prossime settimane come a un banco di prova cruciale: “Tra Black Friday e festività natali1zie si misurerà lo stato di salute della spesa delle famiglie”. Da qui l’appello a un intervento deciso sul fronte fiscale: “Occorre agire sulla leva delle tasse, riducendo il carico su famiglie e imprese e abbattendo il costo del lavoro, per favorire una ripresa stabile della domanda interna”.



