0

Il risparmio italiano è la nostra ricchezza

sabato, 1 Novembre 2025
3 minuti di lettura

Va, innanzitutto, ricordato che in Italia la difesa del risparmio è sancita dalla nostra Costituzione, che nell’art. 47 recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina e controlla l’esercizio del credito”.

Il risparmio, frutto del lavoro e di una autolimitazione nei consumi, è una virtù ed ha un valore sociale e va valutato, quale “ricchezza della Nazione” e quale “ricchezza dell’Europa”.

Esso è in primo luogo una virtù, perché è una forma di responsabile previdenza, di cui la persona, o la famiglia, si fa carico facendo sacrifici ed evitando le sirene del consumismo e le spese voluttuarie; ed è un valore perché è sudato “lavoro del passato”, che mutandosi in credito e capitale d’investimento e combinandosi di nuovo col lavoro del presente e del futuro, è il fattore imprescindibile dell’ulteriore sviluppo economico e del benessere della comunità.

Il 58% degli italiani risparmia. È il dato più alto degli ultimi vent’anni. Ci sono risparmiatori “internazionali”, che accumulano per obiettivi (la casa, i figli, l’età della pensione). E ci sono quelli che risparmiano a scopo “prudenziale”. L’80% degli intervistati vive in un’abitazione di proprietà che spesso è frutto del risparmio di una vita. Le obbligazioni si confermano lo strumento finanziario preferito ed i prodotti di risparmio gestito sono in aumento. La sicurezza continua a prevalere, come si vede, tra gli obiettivi di chi risparmia.

Nella indagine realizzata da Intesa e Fondazione Einaudi. «L’Italia si conferma in Europa nel 2025 come uno dei più grandi giacimenti di risparmio – secondo Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo – e sua volta l’Europa lo è a livello mondiale, con 33mila miliardi, anche se ogni anno 300 miliardi vanno oltre oceano per finanziare economie esterne. «L’alta propensione al risparmio degli italiani è una grande virtù che si va consolidando – dice Giuseppe Lavazza, neo presidente del Centro Einaudi – ed il risparmio è una forma di emancipazione democratica» .

Gli italiani risparmiano per affrontare gli imprevisti futuri, per la terza età, per l’aiuto alle nuove generazioni e continuano ad investire nel mattone e molto meno in strumenti finanziari. Per questo si assiste al paradosso, che l’incertezza sulle prospettive dell’economia, i timori per la complessa situazione politica internazionale inducono le famiglie a consumare di meno e a risparmiare di più.

L’Istat ha stimato che la propensione al risparmio delle famiglie italiane è in crescita al 9,5% anche nel secondo trimestre 2025, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Confermando il lento ma pressoché ininterrotto, della propensione al risparmio.. Per cui anche se il reddito disponibile delle famiglie sia aumentato dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, i consumi finali crescono soltanto dello 0,5 per cento.

Ci sono infatti ben 1.593 miliardi di euro fermi sui conti correnti degli italiani, mentre invece sono 1.079 quelli investiti in attività finanziarie. Le famiglie, pur in presenza di un aumento del reddito disponibile reale, continuano a mantenere al minimo i consumi.

Vediamo ora le cifre in dettaglio:

La liquidità di famiglie e imprese italiane continua a crescere e supera i 2.073 miliardi di euro, con un incremento di 48 miliardi (+2,4%) tra luglio 2024 e luglio 2025. I conti correnti raccolgono la quota più alta, 1.363 miliardi, pur in calo di 102 miliardi nell’ultimo anno (-6,9%). In crescita i depositi vincolati (240 miliardi, +36%), stabili i depositi con preavviso (323 miliardi, +1,5%), mentre scendono i pronti contro termine (95 miliardi, -6%). La voce “altri depositi”, ammonta a 51 miliardi. Sono le famiglie a conservare la fetta maggiore con 1.142 miliardi (+2,7% annuo), seguite dalle aziende (419 miliardi, +2,4%) e dalle imprese familiari (88 miliardi, +3%). (I dati sono tratti dal Centro Studi di Unimpresa)

La ripresa delle retribuzioni reali iniziata dall’ultimo trimestre 2023 sta proseguendo. Le retribuzioni contrattuali sono aumentate del 3,1% per effetto di un aumento del 4% nel settore privato (+4,6% nell’industria e +3,4% nei servizi). Alla luce di questo andamento delle retribuzioni, nel 2024 la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia e di 2.755 euro in valori correnti, al livello dei 2.738 euro del 2023 (+0,6%). Per il 2025 è previsto un aumento delle retribuzioni del 3,1%, con un ulteriore recupero del potere d’acquisto. Eppure i consumi restano fermi, da qui l’aumento dei risparmi degli italiani.

Le attività finanziarie nelle mani delle famiglie italiane, dunque, hanno superato i 5 mila 400 miliardi, quasi il doppio del nostro debito pubblico. Come utilizzare queste risorse, collegandole all’economia reale e alle imprese per creare crescita ma anche per rafforzare ed estendere il welfare a una popolazione sempre meno giovane? Il mercato finanziario è il luogo di questo collegamento e deve essere strumento al servizio della politica industriale e degli obiettivi di crescita, innovazione e occupazione. Senza però una Borsa e un sistema di fondi e private equity, è impossibile collegare la forza del risparmio e della liquidità disponibile allo sviluppo economico e all’occupazione.

Puntare alla crescita delle imprese e ad un loro salto dimensionale non solo richiede un’attitudine, ma impone anche scelte di politica economica e industriale, che non deve sostituire alla rete di piccole e medie imprese quelle grandi, ma solo rafforzare ed affiancare le filiere delle aziende più piccole.

È fondamentale, perciò, che le banche e le compagnie di assicurazione svolgano il ruolo strategico di sostegno e di supporto a tutta l’economia reale.

Riccardo Pedrizzi

Riccardo Pedrizzi

Presidente Nazionale del CTS dell'UCID

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

“Uguali per Costituzione”. Ma con tante difficoltà

Non spera e nemmeno auspica, Ernesto Maria Ruffini ha fede. Da servitore…

“Ius Scholae”: ho accolto e integrato una famiglia del Bangladesh

Nel dibattito sull’introduzione dello “Ius Scholae” vanno considerate le tante…