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Lavoro domestico, firmato il nuovo contratto: aumenti in tre anni e più tutele per maternità e assistenza

mercoledì, 29 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Dopo oltre due anni di trattative, arriva la firma sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale del lavoro domestico (Ccnl), un accordo che interessa centinaia di migliaia di colf, badanti e babysitter in Italia. L’intesa è stata raggiunta ieri tramite Fidaldo, la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, e rappresenta, come sottolineano i firmatari, “un punto di equilibrio tra sostenibilità economica per le famiglie e maggiori tutele per i lavoratori”. “Una firma che arriva dopo oltre due anni di trattative, un tempo servito per ponderare le richieste dei sindacati e arrivare a un accordo che avesse un impatto economico sulle famiglie il più possibile contenuto – prevedendo aumenti dilazionati su tre anni – e tutelando al contempo i diritti dei lavoratori”, spiega Andrea Zini, presidente di Assindatcolfe della stessa Fidaldo.
Il rinnovo del contratto, raggiunto dopo un confronto lungo e complesso, introduce aumenti salariali graduali e, al tempo stesso, nuove garanzie sociali per chi opera in un settore essenziale ma ancora fragile dal punto di vista normativo.

Ruolo centrale

Con questa firma – aggiunge Alessandro Lupi, vicepresidente di Assindatcolf – si conferma il ruolo centrale e proattivo della contrattazione collettiva, capace di anticipare la normativa e colmare vuoti che in passato non assicuravano pienamente alcuni diritti fondamentali ai lavoratori”. Tra le novità più significative figurano nuove tutele in caso di maternità, paternità e assistenza a familiari disabili, con l’estensione del divieto di licenziamento nei periodi di genitorialità, un provvedimento “non scontato nel nostro settore”, sottolinea Lupi, e l’introduzione di quattro mesi di maternità facoltativa. Previsto inoltre l’utilizzo dei permessi retribuiti in caso di malattia grave, misura che va incontro a esigenze finora poco riconosciute nel lavoro domestico.
Parallelamente, le parti sociali hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta per rafforzare il sistema della bilateralità, con l’obiettivo di creare un modello sostenibile in grado di “socializzare” alcuni costi e rendere più equo il sistema. “Abbiamo condiviso – spiega ancora Zini – un progetto che mira a potenziare il ruolo degli Enti bilaterali, così da alleggerire il peso economico sui singoli datori di lavoro e garantire una più ampia esigibilità dei diritti da parte dei lavoratori”.

Passo avanti

Il presidente di Assindatcolf evidenzia come il rinnovo del contratto rappresenti “un passo avanti per un settore che conta 817mila addetti regolari ma continua a essere penalizzato da un tasso di irregolarità superiore al 55%”. “Per uscire dalla marginalità – conclude Zini – occorre migliorare la qualità delle prestazioni e rendere il lavoro domestico un ambito sempre più attrattivo, qualificato e riconosciuto. Questo contratto va proprio in questa direzione: più diritti, più equità e più dignità per chi ogni giorno garantisce assistenza e cura nelle case degli italiani”.

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