L’Italia torna a correre sui mercati internazionali. A settembre 2025 si registra un forte incremento dell’interscambio commerciale con i Paesi extra Ue: le esportazioni crescono del 5,9% su base mensile e del 9,9% rispetto a un anno fa, mentre le importazioni segnano rispettivamente un +6,1% e un +16,9%. È quanto emerge dal quarto Rapporto sul Commercio Estero Extra Ue diffuso oggi dall’Istat, che fotografa un quadro di vivace ripresa, trainato dai beni strumentali e dai beni di consumo. L’aumento mensile dell’export, si legge nel rapporto, è dovuto soprattutto alla crescita delle vendite di beni strumentali (+14,7%), tra cui spiccano i mezzi di navigazione marittima, e dei beni di consumo non durevoli (+6,3%). Calano invece le esportazioni di energia (-16,9%) e beni intermedi (-0,5%). Sul fronte delle importazioni, la crescita è spiegata in larga parte dai maggiori acquisti di beni di consumo non durevoli (+22,2%) e beni intermedi (+8,3%).
Nel complesso, il saldo commerciale con i Paesi extra Ue resta positivo ma in diminuzione: +2,7 miliardi di euro a settembre, contro i +3,7 miliardi registrati nello stesso mese del 2024. Il deficit energetico si riduce a -3,4 miliardi (era -3,9 miliardi un anno fa), mentre l’avanzo dei prodotti non energetici scende da 7,6 a 6,1 miliardi di euro. Nel terzo trimestre 2025, l’export cresce dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, sostenuto dalle vendite di energia (+27,3%), beni strumentali (+6,9%) e beni intermedi (+4,1%). Nello stesso periodo, l’import aumenta dello 0,9%, con un calo solo per il comparto energetico (-5,9%).
Piano geografico
Sul piano geografico, l’Italia rafforza le relazioni commerciali con i principali partner extra Ue. Le esportazioni verso gli Stati Uniti segnano un incremento record del +34,4% (+12% al netto dei mezzi di navigazione marittima), seguite da quelle dirette ai Paesi OPEC (+23,8%), al Giappone (+15,6%) e alla Svizzera (+10%). In controtendenza, invece, l’export verso la Turchia, che crolla del 33,9%. Sul fronte delle importazioni, spiccano gli aumenti dagli Stati Uniti (+76,8%), dalla Cina (+32,3%) e dall’India (+28,6%), mentre diminuiscono gli acquisti dal Regno Unito (-3,1%) e dalla Svizzera (-1%). Nei primi nove mesi del 2025, la dinamica dell’export verso i Paesi extra Ue risulta positiva (+2,6%), ma l’import cresce molto di più (+9,0%), riducendo l’avanzo commerciale complessivo a 35,1 miliardi di euro, in calo rispetto ai 45,4 miliardi registrati nello stesso periodo del 2024.
Il rapporto evidenzia come il ritorno alla crescita sia stato sostenuto in particolare dalle vendite di beni ad alto valore aggiunto, che mantengono competitiva l’industria italiana sui mercati esteri, ma anche da un incremento della domanda di beni di consumo. Tuttavia, la bilancia commerciale risente ancora del peso delle importazioni energetiche e dell’aumento dei costi globali delle materie prime.
Aumento marcato
“L’export verso i Paesi extra Ue torna a crescere in modo marcato, sostenuto da alcuni comparti trainanti come i mezzi di trasporto e i beni strumentali”, sottolinea il commento dell’Istat, aggiungendo che la ripresa dei flussi commerciali “riflette un contesto internazionale in parziale riequilibrio dopo la frenata del 2024, ma anche la capacità del sistema produttivo italiano di adattarsi alla domanda globale”.



