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Il rapporto Acri-Ipsos: risparmio in affanno nelle famiglie italiane

In peggioramento la capacità di economizzare in Italia: cala chi riesce a mettere da parte, cresce l’incertezza e aumenta la preferenza per la liquidità e gli investimenti nel mattone
mercoledì, 29 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Pubblicato il rapporto della 25ª edizione dell’indagine realizzata da ACRI in collaborazione con Ipsos, relativo al 2025. Ne emerge che solo il 41 % delle famiglie dichiara di essere riuscita a risparmiare, in calo rispetto al 46 % del 2024: «la capacità effettiva di accantonare si riduce».

Il dato va inteso alla lettera: meno della metà delle famiglie italiane è riuscita a mettere qualcosa da parte, quando fino a un anno fa la quota era leggermente più alta.

Preoccupazione crescente e scelta della liquidità

Il rapporto evidenzia che il 57 % delle famiglie segnala un peggioramento del proprio tenore di vita o vive difficoltà, contro il 43 % che dichiara miglioramenti o stabilità.

In questo contesto, la liquidità — cioè fondi disponibili immediatamente o quasi, come depositi o contanti — viene privilegiata: il 64 % degli intervistati preferisce mantenere buona parte delle proprie riserve in liquidità.

La scelta riflette una cautela crescente: meglio “soldi pronti” piuttosto che impegni finanziari a rischio.

Investimenti in calo, casa e mattone tornano protagonisti

Gli investimenti finanziari tradizionali calano. Solo circa un terzo delle famiglie dichiara di investire una parte dei risparmi (32 % nel 2025 vs 34 % nel 2024) e la quota rimane stabile di quelle che preferiscono tenere il denaro sul conto corrente (64 %).

Nel contempo cresce l’interesse per l’immobiliare: gli italiani tendono a guardare al “mattone” come rifugio. Il rapporto segnala una minor propensione verso strumenti finanziari più rischiosi o complessi.

L’“immobiliare” in questo caso è considerato l’acquisto di case o immobili come forma di investimento.

Capacità di fronteggiare gli imprevisti in flessione

Il sondaggio pone anche l’attenzione sulla capacità delle famiglie di far fronte a spese non programmate: il 74 % dichiara di poter sostenere una spesa imprevista di circa 1.000 €, mentre solo il 36 % ritiene di poter far fronte autonomamente a una spesa di 10.000 € con risorse proprie.
Questo significa che, pur restando una maggioranza la soglia più contenuta, la “coperta” finanziaria delle famiglie si assottiglia.

Risparmio come tutela e condizione sociale

Il rapporto attribuisce al risparmio un valore che trascende la dimensione individuale: per il 77 % degli intervistati il risparmio è innanzitutto «tutela individuale», mentre per il 60 % rappresenta anche un contributo al sistema‐Paese.

Si nota che risparmiare viene percepito più come un sacrificio (+4 punti percentuali rispetto all’anno precedente) che come una scelta spontanea.
In parole semplici: mettere da parte è visto come un dovere che richiede rinunce, non soltanto un’opportunità.

Contesto economico e sociale che pesa sulle famiglie

L’indagine segnala che il 29 % delle famiglie ha avuto almeno un componente che ha vissuto difficoltà lavorative nel 2025, contro il 21 % del 2024.

Inoltre, la fiducia nelle prospettive economiche europee è ulteriormente scesa: per l’Europa il saldo tra chi si attende un miglioramento e chi prevede un peggioramento scende a -24 punti, dal -16 del 2024.

Il termine “tenore di vita” indica il livello complessivo delle condizioni economiche e sociali di una famiglia, considerando consumi, abitazione, capacità di far fronte agli imprevisti.

Verso domani: una scelta più cauta delle famiglie italiane

Lo scenario che si aprirà domani vede le famiglie italiane in una posizione più cauta: la propensione al risparmio cresce sul piano psicologico, ma la capacità concreta di accantonare stenta a seguire. L’orientamento verso la liquidità e l’immobile segnala una scelta più difensiva che proattiva.

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