In un gesto senza precedenti, il Dipartimento della Difesa ha accettato una donazione anonima di 130 milioni di dollari per contribuire al pagamento delle truppe statunitensi durante la chiusura del governo. La notizia, confermata dal portavoce del Pentagono venerdì mattina, ha sollevato interrogativi etici e politici sull’autonomia finanziaria delle forze armate in tempi di stallo istituzionale. La donazione è stata effettuata tramite un fondo fiduciario privato, e secondo fonti interne, servirà a coprire stipendi e indennità di servizio per circa 40.000 militari attivi, in particolare quelli impiegati in missioni all’estero e nelle basi di pronto intervento. Il segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, ha definito il gesto “un atto di patriottismo puro”, aggiungendo che “nessun soldato dovrebbe essere penalizzato per l’incapacità del Congresso di approvare un bilancio”. La chiusura del governo, iniziata il 21 ottobre, ha bloccato temporaneamente tutti i fondi non essenziali, compresi quelli destinati al personale militare non operativo. Mentre il Congresso continua a negoziare una legge di spesa provvisoria, il Pentagono ha cercato soluzioni alternative per garantire la continuità delle operazioni. La decisione di accettare fondi privati ha però suscitato forti critiche: alcuni senatori democratici parlano di “precedente pericoloso” e di “privatizzazione mascherata della sicurezza nazionale”. Anche gruppi civili e associazioni veterane hanno espresso preoccupazione, chiedendo maggiore trasparenza sull’origine della donazione. Secondo il Government Accountability Office, non esistono precedenti recenti di donazioni di questa entità al Dipartimento della Difesa. In passato, contributi privati erano stati accettati per programmi educativi o commemorativi, ma mai per coprire stipendi operativi. Intanto, il Pentagono ha assicurato che i fondi saranno gestiti “con la massima integrità” e che non influenzeranno le decisioni strategiche o operative.



