Con una mossa che segna un’escalation significativa nella strategia di sicurezza regionale, gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio di un gruppo di portaerei nelle acque del Sud America, in particolare nella regione caraibica e al largo delle coste venezuelane e colombiane. La decisione, comunicata dal Pentagono il 24 ottobre, mira a intensificare le operazioni contro il narcotraffico transnazionale e a contenere l’influenza crescente di regimi autoritari nella regione. Il gruppo navale sarà guidato dalla USS Gerald R. Ford, la più avanzata portaerei della flotta statunitense, affiancata da incrociatori e cacciatorpediniere dotati di sistemi radar Aegis. Secondo il portavoce del Pentagono Sean Parnell, l’obiettivo è “rafforzare la sicurezza marittima e proteggere gli interessi strategici degli Stati Uniti nel continente sudamericano”. La mossa arriva dopo una serie di attacchi mirati contro imbarcazioni sospettate di trasportare stupefacenti, condotti nelle ultime settimane nel Mar dei Caraibi e nell’Oceano Pacifico. L’invio delle portaerei è stato interpretato da molti analisti come un segnale diretto al presidente venezuelano Nicolás Maduro, accusato da Washington di sostenere reti criminali e di destabilizzare la regione. Ma nel mirino di Trump c’è anche il presidente colombiano Gustavo Petro, criticato per la sua politica di apertura verso gruppi armati e per la gestione della crisi migratoria. La reazione dei governi sudamericani è stata prudente. Il Brasile ha espresso “preoccupazione per l’aumento della tensione militare”, mentre l’Argentina ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza regionale. Intanto, il Comando Sud degli Stati Uniti ha confermato che oltre 5.000 militari saranno coinvolti nell’operazione, con base logistica a Puerto Rico e supporto da Panama e Curaçao.



