Quello di ieri alla Fao di Roma si può tranquillamente definire come un piccolo grande evento. Qui, nel cuore della città eterna si è celebrata la ‘Giornata mondiale dell’alimentazione’ che quest’anno ha coinciso con l’ottantesimo anniversario della fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Un anniversario che ha assunto di certo un valore altamente simbolico in un’epoca segnata dal ritorno della fame in vaste aree del pianeta, dalle guerre che devastano i raccolti e dai cambiamenti climatici che minacciano la sicurezza alimentare globale. Alla cerimonia hanno preso parte le più alte cariche istituzionali, tra i quali Papa Leone XIV, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Premier Giorgia Meloni. Un incontro di voci e sensibilità diverse, insomma, unite però dallo stesso richiamo a una responsabilità collettiva: garantire a ogni essere umano il diritto fondamentale al cibo.

“La fame è un’aberrazione etica, un fallimento della civiltà” ha sùbito denunciato il Pontefice nel suo discorso. “Chi soffre la fame non è un estraneo: è mio fratello e va aiutato senza indugio”. Il Santo Padre ha denunciato con parole durissime “il ritorno dell’uso del cibo come arma di guerra”, ricordando che “l’inanizione deliberata è un crimine contro l’umanità. Sembra sempre più lontano quel consenso tra gli Stati che considerava la fame inflitta ai civili un crimine di guerra. Assistiamo, con dolore, alla negazione del diritto più elementare: il diritto alla vita”.
Coscienza globale

Davanti a una platea di diplomatici e delegati di tutto il mondo, Prevost ha rivolto un appello alla coscienza globale: “Il mondo non può continuare ad assistere a spettacoli così macabri. È tempo di svegliarci dal letargo e di raddoppiare la nostra responsabilità individuale e collettiva. Le tragedie umanitarie devono esortarci a essere artigiani della pace”. Un invito a ritrovare una solidarietà autentica, che non resti confinata nelle parole, ma si traduca in azioni concrete: investimenti, cooperazione, accesso equo alle risorse. Il Capo dello Stato invece nel suo intervento ha richiamato il valore irrinunciabile del multilateralismo come unico strumento per affrontare la crisi alimentare globale. “È un triste paradosso che proprio mentre crescono conoscenze e potenzialità tecnologiche assistiamo a nuovi scenari di carestia e a un arretramento del sistema multilaterale. È una inversione di rotta incomprensibile e inaccettabile”.

Mattarella ha ricordato come “le istituzioni multilaterali impegnate nella lotta all’insicurezza alimentare siano strumenti preziosi” e che “l’aspirazione a un mondo senza denutrizione resta purtroppo da attuare”. Il Presidente ha anche inaugurato il nuovo ‘Museo e Rete per l’Alimentazione e l’Agricoltura’ della Fao, sottolineando l’importanza della conoscenza e della cultura come leve per la consapevolezza civica: “Per essere protagonisti, i cittadini devono essere informati. La conoscenza rimane il primo motore per stimolare l’impegno delle nuove generazioni e rendere possibile la costruzione di un futuro più equo”.
Piano Mattei

Da parte sua il Primo Ministro ha ribadito la volontà dell’Italia di svolgere un ruolo attivo nella sicurezza alimentare internazionale, anche attraverso il Piano Mattei per l’Africa: “L’Italia ha sempre creduto nel diritto umano universale all’alimentazione. Raggiungere l’obiettivo ‘fame zero’ sarà possibile solo se ci sarà la volontà reale di farlo. Confermo l’impegno del nostro Paese nel rafforzare la sovranità alimentare africana tramite partenariati paritari, coniugando sforzo pubblico e investimenti privati”, ha spiegato Meloni. Secondo i dati diffusi dalla Fao, nel mondo oltre 670 milioni di persone continuano a soffrire la fame, mentre 2,3 miliardi non hanno accesso a un’alimentazione sana e adeguata. Numeri che, come ha ricordato Papa Leone XIV, “non sono statistiche, ma volti, storie, bambini che crescono nella malnutrizione, madri che non possono sfamare i propri figli”.
La giornata si è chiusa con un appello unanime: rimettere al centro la dignità umana: “Solo unendo le mani potremo costruire un futuro in cui il cibo sia un diritto e non un privilegio. Non possiamo più accettare che il pane, simbolo di vita, diventi strumento di potere o di esclusione”, le ultime parole del Vescovo di Roma.