L’Uruguay è diventato il primo Paese dell’America Latina a legalizzare l’eutanasia attraverso una legge parlamentare. Il provvedimento, denominato Ley de Muerte Digna, è stato approvato dopo oltre dieci ore di dibattito e ha ricevuto il sostegno del Frente Amplio, partito di governo, e di parte dell’opposizione. La nuova normativa consente ai cittadini adulti, mentalmente lucidi e affetti da malattie incurabili o da sofferenze insopportabili, di accedere all’eutanasia in tempi rapidissimi: in alcuni casi, anche entro cinque giorni dalla richiesta. La legge stabilisce un iter semplificato ma rigoroso: il paziente deve presentare una richiesta formale, che viene valutata da un’équipe medica multidisciplinare incaricata di verificare la volontà, la lucidità mentale e le condizioni cliniche. Se tutti i criteri sono soddisfatti, l’autorizzazione può arrivare in meno di una settimana. Il trattamento prevede l’intervento diretto di un medico, distinguendosi così dal suicidio assistito, che resta non regolamentato. “È una conquista civile e umana,” ha dichiarato il senatore Mario Bergara, tra i promotori della legge. “Affrontare la morte con dignità è un diritto, non un privilegio.” L’approvazione è stata accolta con emozione da attivisti e familiari di pazienti, presenti in aula durante il voto. Alcuni si sono abbracciati tra le lacrime, mentre fuori dal Parlamento si sono tenute veglie e manifestazioni di sostegno. L’Uruguay si aggiunge a un ristretto gruppo di Paesi che riconoscono legalmente il diritto all’eutanasia, tra cui Belgio, Paesi Bassi, Spagna e Canada. In America Latina, solo Colombia ed Ecuador avevano depenalizzato la pratica, ma tramite sentenze della Corte Suprema, non con leggi parlamentari. Le reazioni internazionali sono state miste: organizzazioni per i diritti civili hanno lodato il coraggio del legislatore uruguaiano, mentre gruppi religiosi e conservatori hanno espresso preoccupazione per la rapidità del processo e la possibilità di abusi.
