Oggi come non mai, in un contesto internazionale sempre più instabile e segnato dal riemergere di conflitti che si pensavano appartenere al passato, Sergio Mattarella ha lanciato un nuovo forte appello alla comunità internazionale: “No all’uso della forza nei rapporti tra Stati”. Un concetto, quello del Presidente della Repubblica, risuonato ieri nel messaggio inviato alla XII Conferenza Italia America Latina e Caraibi, che riunisce a Roma rappresentanti istituzionali, diplomatici ed economici provenienti da due continenti legati da una lunga storia di cooperazione. “A ottant’anni dalla fondazione dell’Onu”, ha scrive il Capo dello Stato, “l’aspirazione universale alla pace deve tornare a essere obiettivo urgente e condiviso dell’intera comunità internazionale. È una responsabilità collettiva dalla quale non possiamo evadere”. Mattarella ha collocato così la questione della pace al centro del dibattito globale, con il chiaro ed evidente obiettivo di richiamare governi e istituzioni alla necessità di riaffermare il multilateralismo e il rispetto del diritto internazionale in un momento in cui, ha denunciato, “si osserva una preoccupante tendenza a normalizzare il ricorso alla forza come strumento plausibile di soluzione delle controversie tra gli Stati”.
L’unità tra Italia e America Latina

Il Presidente ha ricordato che “la Repubblica Italiana ha l’onore di riunire ancora una volta a Roma gli alti rappresentanti istituzionali latinoamericani e caraibici” e ha ricordato poi di come la conferenza si ispiri ai vincoli storici, umani, politici ed economici che uniscono l’Italia all’America Latina e ai Caraibi: “Le relazioni tra l’Italia e l’America Latina e i Caraibi si fondano sulla condivisione di valori e sul riconoscimento dell’importanza del dialogo multilaterale”, ha detto, richiamando la necessità di rafforzare ulteriormente i canali di cooperazione tra le due sponde dell’Atlantico. Mattarella ha inoltre evidenziato il ruolo fondamentale svolto dalle comunità italiane in America Latina e dalla crescente presenza latinoamericana in Italia: “Questi legami umani e culturali contribuiscono quotidianamente alla costruzione di rapporti di solidarietà e cooperazione, che si estendono a settori sempre nuovi”.
Successivamente il Capo dello Stato ha poi richiamato le principali sfide del nostro tempo: “I mutamenti nei rapporti commerciali globali, il cambiamento climatico, le minacce alla democrazia e al sistema internazionale basato sulle regole, rappresentano questioni complesse che richiedono una risposta condivisa”. Ma è soprattutto l’escalation dei conflitti a preoccupare il Quirinale: “Ne osserviamo la tragica manifestazione nei numerosi conflitti armati che affliggono popoli e aree anche a noi vicine, e che pensavamo di avere da tempo riposto negli angoli della nostra memoria collettiva”.
Il Mercosur
Mattarella ha citato come esempio positivo il recente accordo tra Unione Europea e Mercosur, così come quello con il Messico, considerandoli “scelte lungimiranti per affermare un ordine internazionale rispettoso di ogni popolo e di ogni Stato”. E ha guardato con fiducia al prossimo Vertice Ue–Celac, previsto per novembre, che rappresenterà “un’ulteriore occasione per proporre nuove iniziative a beneficio delle due regioni”. Il Presidente ha poi auspicato che i lavori della XII Conferenza “sappiano confermare l’impegno e la determinazione della comunità di Stati rappresentati nel difendere i valori della pace, della giustizia sociale, dello sviluppo e della democrazia”.
Nauseda al Quirinale

Sempre ieri Mattarella ha anche ricevuto al Quirinale il Presidente della Repubblica di Lituania, Gitanas Nauseda. L’occasione per ricordare la profondità dei rapporti bilaterali: “L’amicizia tra Lituania e Italia è davvero profonda e la nostra collaborazione si articola in ogni versante e settore”. Il Capo dello Stato ha ringraziato il suo omologo per lo splendido concerto nella Cappella Paolina, con cui è stato inaugurato domenica l’Anno della Cultura lituana in Italia: “È stato un momento significativo, nel cuore del Palazzo della Presidenza, che testimonia la vicinanza dei nostri popoli”.