Roma oggi è stata attraversata da una grande manifestazione in solidarietà con la Palestina, che ha paralizzato il centro città da Porta San Paolo a piazza San Giovanni. Gli organizzatori hanno parlato di un milione di partecipanti, mentre le stime ufficiali si fermano a circa 300mila. La marcia è partita in modo pacifico, tra bandiere palestinesi e cori contro Netanyahu e a favore di Gaza. Nel tardo pomeriggio la situazione è degenerata quando alcuni gruppi hanno tentato di forzare i varchi di sicurezza, in particolare all’altezza di Santa Maria Maggiore. Un centinaio di incappucciati ha cercato di deviare il corteo e le forze dell’ordine, in assetto antisommossa, hanno risposto con cariche, lacrimogeni e idranti, riuscendo a isolarli. Una manifestante è rimasta ferita, circa 200 persone sono state identificate e la polizia ha sequestrato maschere antigas, tute e aste metalliche trovate su pullman e auto diretti alla protesta. Nei pressi del Colosseo erano stati notati gruppi di black bloc, spaventando molte famiglie che hanno lasciato il corteo.
Reazioni politiche
La manifestazione ha subito acceso il dibattito politico. Dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle sono arrivati commenti positivi sulla riuscita della mobilitazione, definita “un grande successo popolare” e “una marea che chiede giustizia e diritti”, con critiche al silenzio del governo. Dal centrodestra invece sono giunte condanne durissime per la presenza di bandiere di Hamas e Hezbollah e per alcuni messaggi considerati antisemiti, con richieste di prese di posizione nette da parte dei leader dell’opposizione.
Atto vandalico
Aumentare la tensione ha contribuito un gesto vandalico avvenuto in mattinata: la statua di Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento è stata imbrattata con scritte offensive e simboli comunisti. L’intervento rapido dei carabinieri ha rimosso le scritte, ma l’episodio ha suscitato condanne unanimi da tutte le forze politiche, che hanno parlato di un atto indegno e offensivo verso la memoria del Papa polacco.