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Parigi, scioperi nazionali: chiusa la Torre Eiffel. Sindacati in piazza contro la manovra 2026

venerdì, 3 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Parigi si ferma, e con lei anche il suo simbolo più iconico. La Torre Eiffel ha chiuso le porte ai visitatori giovedì 2 ottobre, nel pieno della mobilitazione sindacale nazionale che ha coinvolto oltre 200 città francesi. La decisione è arrivata dopo un’assemblea generale del personale, che ha votato a larga maggioranza per aderire allo sciopero indetto dai principali sindacati, tra cui CGT, CFDT e FO, per chiedere maggiore giustizia sociale e contestare la bozza della manovra finanziaria 2026. La società Sete, che gestisce la “Dama di Ferro”, ha confermato la chiusura dell’edificio per tutta la giornata, citando “l’impossibilità di garantire un servizio sicuro e completo ai visitatori”. Il presidente Jean-François Martins ha espresso solidarietà ai lavoratori, sottolineando che “la Torre Eiffel è anche un luogo di lavoro, non solo una cartolina”. La protesta si inserisce in un contesto politico teso: il primo ministro Sébastien Lecornu è alle prese con la formazione del nuovo governo e con crescenti pressioni sociali. I manifestanti chiedono il ritiro dei tagli alla spesa pubblica e un aumento delle tasse sui redditi più alti. A Parigi, migliaia di persone hanno sfilato da Place d’Italie a Place Vauban, bloccando il traffico e costringendo alla chiusura temporanea di diverse stazioni della metropolitana. Secondo il Ministero dell’Interno, circa 85.000 persone hanno partecipato alle manifestazioni nella capitale, mentre la CGT stima una partecipazione nazionale di oltre 600.000 cittadini. Non si sono registrati incidenti, ma la tensione resta alta. La chiusura della Torre Eiffel, già avvenuta lo scorso 18 settembre in occasione di una precedente mobilitazione, è diventata il simbolo di un malessere diffuso. E mentre i turisti si fermano davanti ai cancelli sbarrati, la Francia si interroga sul futuro del suo modello sociale.

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