Botta e risposta (politico) con i grandi organismi economici, monito alle istituzioni europee su criptovalute e stablecoin, pollice verso sulla transizione green nell’auto, difesa della linea sullo spread e invito a ritoccare i salari nel privato. È il ventaglio di messaggi che il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha consegnato all’Aula del Senato. Nel passaggio più graffiante Giorgetti ha preso di mira il Fondo monetario internazionale che “vive in una situazione di confort, non si misura col popolo e si può permettere di impartire ricette che storicamente non è che abbiano sempre funzionato. È comunque un utile stimolo, anche perché è bello in qualche modo, nella realtà, superare in termini di crescita le previsioni sempre ultraprudenti del Fondo monetario stesso”.
Capitolo finanza digitale: “Ritengo che le istituzioni europee, cominciando dalla Banca centrale europea, debbano porsi il problema di come affrontare una rivoluzione epocale per quanto riguarda criptovalute e stablecoin”. Un invito, quello del Ministro, a non farsi trovare impreparati di fronte a un fenomeno che «sta cambiando» mercati e pagamenti.
“Transizione green nell’auto? Un disastro”
Giorgetti ha poi rivolto un “mea culpa” alle istituzioni comunitarie: “Qualche mea culpa l’Europa deve cominciare a farselo, anzi, adesso ha cominciato a farselo, forse tardivamente: il processo della transizione green collegato all’automotive è stato un disastro e ha affossato l’economia europea. Sul fronte dei conti pubblici il Ministro ha rivendicato l’effetto della calma sui mercati del debito: “Non vado in giro col trofeo dello spread a 80 punti, ma invito tutti a ragionare: se fosse rimasto a 250 quanto avremmo speso in interessi in più e quanto minore spazio sarebbe stato disponibile per famiglie e imprese? Questo risultato non è a beneficio del governo, ma di tutti gli italiani”.
Chiusura sul lavoro: “Per i salari del pubblico impiego abbiamo recuperato contratti che erano fermi e stiamo rinegoziando per stare al passo. L’invito che mi sento di fare è che le parti datoriali private facciano la loro parte e riconoscano ai lavoratori aumenti stipendiali”.