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TEDROS ADHANOM GHEBREYESUS DIRETTORE GENERALE DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS)

Medioriente, escalation di violenze: Israele elimina un comandante a Baalbeck. Allarme Onu e Oms su Gaza: “Ospedali al collasso, donne costrette a partorire per strada”

giovedì, 18 Settembre 2025
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1 minuto di lettura

La tensione in Medioriente continua a salire. Le Forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver ucciso, in un attacco aereo nell’area di Baalbeck, nel nord-est del Libano, Hussein Sifo Sharif, accusato di traffico d’armi e di collaborazione con cellule terroristiche che pianificavano azioni contro Israele in Siria. L’operazione è stata condotta dall’Aeronautica nella serata di ieri.

Gaza, ospedali al limite

Mentre sul fronte nord cresce l’escalation, nella Striscia di Gaza la situazione umanitaria appare sempre più drammatica. “Gli ospedali, già sovraffollati, sono sull’orlo del collasso”, ha denunciato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando che la violenza impedisce la consegna di aiuti salvavita e chiedendo “la fine immediata di queste condizioni disumane” e un cessate il fuoco. Secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, nelle ultime 24 ore 79 palestinesi sono stati uccisi e 228 feriti nei raid israeliani.

“Donne partoriscono per strada”

La denuncia arriva anche dalle Nazioni Unite: “L’offensiva israeliana costringe le donne a partorire per strada, senza ospedali, medici o acqua pulita”, ha dichiarato il portavoce Onu Stephane Dujarric, citando dati del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa). Secondo l’agenzia, 23.000 donne sono prive di cure e circa 15 bambini nascono ogni settimana senza assistenza medica. Dujarric ha parlato di “situazione che peggiora di ora in ora”, sottolineando che gli ordini di evacuazione nel nord della Striscia “non esonerano le parti in conflitto dalle responsabilità di proteggere i civili”.

Nuove ondate di sfollati

La pressione militare ha intanto spinto migliaia di civili a lasciare le proprie case. L’Onu stima che quasi 40.000 persone siano fuggite verso sud tra lunedì e martedì, con circa 200.000 sfollati registrati da metà agosto. Strade congestionate, fame, mancanza di acqua e bambini traumatizzati sono lo scenario descritto dai funzionari Onu. Per far fronte all’emergenza, le agenzie umanitarie hanno attivato tre punti di supporto nel sud della Striscia, per assistere in particolare bambini separati, orfani e feriti.

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