Le incursioni di droni russi nello spazio aereo polacco hanno acceso un duro scontro politico e diplomatico tra Varsavia, Mosca e gli alleati occidentali. Il Primo Ministro polacco Donald Tusk, con un messaggio pubblicato su X, ha respinto l’ipotesi di un errore tecnico avanzata dal Presidente statunitense Donald Trump:
”Avremmo voluto che l’attacco dei droni alla Polonia fosse stato un errore. Ma non lo è stato. E lo sappiamo”, ha scritto il premier.
A rafforzare la posizione del governo polacco è intervenuto anche il Viceministro della Difesa, Cezary Tomczyk, che in un’intervista a Polsat News ha ribadito:
”Non c’è dubbio che si sia trattato di un attacco russo deliberato. Questo è un messaggio che dovrebbe arrivare al presidente Trump”.
I numeri
Sulla stessa linea il Ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski, che da Kiev ha ricordato la portata dell’offensiva russa nella notte dell’incidente: “Mentre 19 droni hanno attraversato la Polonia, 400 droni e 40 missili hanno colpito l’Ucraina. Non si è trattato di errori“, ha dichiarato in un video diffuso sui social.
La risposta europea
La tensione è destinata a salire sul piano internazionale. Varsavia ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che si riunirà oggi a New York. Dal fronte europeo è intervenuto il Vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, che da Napoli ha espresso preoccupazione per l’accaduto: “Mi auguro che ci sia una de-escalation. Certamente è grave quello che è successo: la violazione dello spazio aereo della Polonia è una violazione dello spazio aereo dell’Unione europea e della Nato”, ha sottolineato.
Secondo Tajani, l’episodio potrebbe rappresentare un test della determinazione occidentale: “Non è un gesto distensivo, probabilmente si voleva misurare la reazione dell’Occidente. Una reazione c’è stata e continueremo a vigilare, anche grazie alla presenza dei nostri militari”.