È un richiamo che attraversa Piazza San Pietro e raggiunge il mondo quello di Papa Leone XIV, che nell’udienza generale di oggi ha chiesto ai fedeli di “pregare per i bambini dell’Ucraina, di Gaza e di tutte le zone di guerra”. Davanti a decine di migliaia di pellegrini, il Pontefice ha rilanciato un messaggio di speranza in un contesto globale segnato da conflitti e divisioni: “Un altro mondo è possibile – ha detto – e non bisogna aver paura di gridarlo”.
La catechesi di Leone XIV, parte del ciclo per il Giubileo 2025, è stata dedicata al momento della morte di Cristo: “Gesù non si spegne nel silenzio, ma con un grido potente che racchiude dolore, fede e speranza”.
“Non abbiate paura di gridare”
Per il Papa, quel grido non è disperazione ma affidamento: “Si grida quando si crede che qualcuno possa ascoltare. Non per disperazione, ma per desiderio”. Il Santo Padre ha insistito sul valore spirituale del grido, «atto di umanità e di fede» che può trasformarsi in invocazione e affidamento a Dio: “Trattenere tutto dentro ci consuma. Gesù ci insegna che gridare non è debolezza, ma speranza che resiste”.
Il momento più toccante è stato l’appello per i più piccoli, vittime innocenti dei conflitti: «Non dimentichiamo i bambini che soffrono nelle zone di guerra. Il loro grido sia ascoltato, trasformato in speranza e non lasciato cadere nel silenzio».
Un messaggio per il nostro tempo
Con parole semplici e dirette, Leone XIV ha collegato il Vangelo al presente: “Il grido di Gesù sulla croce – ha detto – è lo stesso grido di tanti uomini, donne e bambini che oggi soffrono. Se unito alla fede diventa sorgente di nuova luce”. Nell’anno del Giubileo, il Vescovo di Roma invita dunque a non cedere al cinismo e a “continuare a credere che un altro mondo è possibile”.