Da Torino alla Sicilia, passando per Roma e Monza: quattro operai hanno perso la vita in un solo giorno, travolti o precipitati durante il lavoro. È stato l’ennesimo ‘lunedì nero’ che riaccende i riflettori su una tragedia silenziosa ma costante: in Italia si continua a morire mentre si lavora, con una frequenza che non può più essere considerata né fatalità né semplice statistica. A lanciare l’allarme è Giuseppe Ciarcelluto, Consigliere nazionale di Unimpresa con delega alla sicurezza sul lavoro e presidente di ASSIDAL, che commenta con durezza le notizie degli incidenti mortali di Monza, Roma, Torino e Riposto (Catania).
“È una vera emergenza nazionale – denuncia – che ci interpella tutti: imprese, istituzioni, forze sociali. L’Italia ha bisogno di un Piano straordinario nazionale per la sicurezza, fondato su tre pilastri: formazione obbligatoria di qualità, controlli sistematici e incisivi, e una rete più efficiente di ispettori e tecnici della prevenzione. Basta proroghe, deroghe, appalti al massimo ribasso che sacrificano la sicurezza sull’altare del risparmio. E basta con la logica dell’emergenza: serve un’azione strutturale e permanente, che coinvolga ogni attore della filiera produttiva”.
Dovere morale
Per Ciarcelluto, la sicurezza sul lavoro non è un adempimento burocratico, ma “un dovere morale, civile e strategico”. Un principio che deve diventare parte integrante della cultura d’impresa:
“La sicurezza è un investimento, non un costo. Riduce il rischio di incidenti, migliora la produttività, tutela la reputazione aziendale e crea ambienti di lavoro sani e responsabili. Da parte nostra, come sistema Unimpresa, continueremo a mettere a disposizione la nostra rete di associazioni, formatori e consulenti per accompagnare le aziende verso standard più elevati. Ma la politica, il governo e il Parlamento devono fare di più e farlo subito: perché dietro ogni numero c’è una vita spezzata, una famiglia distrutta, una comunità ferita”.
Il bilancio di ieri si aggiunge a una lunga scia di lutti sul lavoro che da anni non accenna a fermarsi. Una strage quotidiana che, secondo i dati Inail, colpisce centinaia di lavoratori ogni anno in Italia, rendendo sempre più urgente un salto di qualità nelle politiche di prevenzione.