Il presidente argentino Javier Milei incassa una sconfitta simbolica ma significativa alle elezioni legislative della provincia di Buenos Aires, dove il centrosinistra peronista ha conquistato la maggioranza dei seggi, superando il partito di governo La Libertad Avanza. Il voto, considerato un test politico cruciale a metà mandato, ha mostrato i limiti della strategia shock del presidente ultraliberista, che ora promette di “accelerare sulle riforme” per consolidare il consenso nazionale. Con oltre il 98% delle schede scrutinate, il candidato peronista Leandro Santoro ha ottenuto il 27,4% dei voti, superando Manuel Adorni, portavoce presidenziale e capolista di Milei, fermo al 30,1% ma penalizzato dalla frammentazione del centrodestra. La coalizione moderata dell’ex presidente Mauricio Macri ha subito un tracollo, con la candidata Silvia Lospennato relegata al terzo posto con il 15,9%. La provincia di Buenos Aires, che rappresenta circa il 37% dell’elettorato nazionale, è da sempre un termometro politico per il Paese. La sconfitta di Milei in questa roccaforte urbana, nonostante i segnali positivi dell’economia – inflazione in calo e crescita del PIL – evidenzia una crescente tensione sociale e una resistenza alle misure di austerità imposte dal governo. “Questo risultato non cambia la rotta. Al contrario, ci spinge ad accelerare,” ha dichiarato Milei in un discorso televisivo. Il presidente ha promesso nuove privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e una riforma fiscale “radicale” entro fine anno. Ma il voto ha anche mostrato la necessità di costruire alleanze più solide in vista delle elezioni di ottobre, dove saranno rinnovati 127 seggi alla Camera e 24 al Senato. Analisti politici parlano di un “campanello d’allarme” per Milei, che dovrà ora negoziare con i partiti centristi per evitare l’isolamento parlamentare.
