Quella di ieri, senza ombra di dubbio, sarà ricordata come una giornata storica per la Chiesa universale, un appuntamento che resterà nella memoria di migliaia di fedeli: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono stati proclamati santi in piazza San Pietro, davanti a una folla stimata in oltre 80mila persone arrivate da tutta Italia e dall’estero.

Alla celebrazione solenne, presieduta da Papa Leone XIV nella ‘XXIII domenica del Tempo Ordinario’, hanno preso parte numerosi cardinali e vescovi, religiosi e religiose, associazioni cattoliche, oltre al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a diverse delegazioni ufficiali. Il Pontefice, nel corso dell’omelia della Messa di canonizzazione, ha voluto rivolgersi soprattutto ai giovani, seguendo l’esempio dei due nuovi santi: “Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis mandano un invito a tutti noi, ma in particolare ai giovani: non sciupate la vita, orientatela verso l’alto e fatene un capolavoro”. E ha aggiunto: “Ci incoraggiano con le loro parole: Non io ma Dio, diceva Carlo; Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine, insegnava Pier Giorgio. Questa è la formula semplice ma vincente della loro santità. È la testimonianza che ci invita a gustare la vita fino in fondo e ad andare incontro al Signore nella festa del cielo”.
Prima di dare avvio al rito il Santo Padre aveva salutato calorosamente la piazza, ricordando che quella delle canonizzazioni è “una festa bellissima per l’Italia, per la Chiesa e per il mondo intero” e non ha nascosto la gioia per la presenza di migliaia di ragazzi e ragazze: “È un dono del Signore ritrovarci insieme in questo giorno di grazia”.
Due vite diverse, la stessa fede

La celebrazione ha riportato al centro due figure distanti nel tempo, ma vicinissime nello stile evangelico. Pier Giorgio Frassati, nato a Torino nel 1901, figlio dell’editore Alfredo Frassati, dedicò la sua breve vita a Dio e ai poveri: iscritto alla Fuci e all’Azione Cattolica, membro del Terz’Ordine Domenicano, era soprannominato dai suoi amici ‘il facchino dei poveri’ per il suo instancabile impegno a fianco degli ultimi. Morì nel 1925 a soli 24 anni per una poliomielite fulminante contratta durante le sue visite ai malati.

Carlo Acutis, milanese di origini, nato nel 1991 e morto nel 2006 per una leucemia fulminante, è stato definito ‘l’influencer di Dio’: appassionato di informatica, seppe mettere le sue competenze al servizio della fede, realizzando una mostra sui miracoli eucaristici diffusa in tutto il mondo. Per lui “l’Eucaristia era la mia autostrada per il Cielo”, e la Messa quotidiana, l’adorazione e la carità concreta erano i pilastri della sua giovane esistenza.
Il Vescovo di Roma ha sottolineato la continuità tra i due: “Un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, entrambi innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”.
La canonizzazione di Acutis e Frassati ha segnato di certo una tappa importante nella vita della Chiesa: due santi giovani, vicini ai giovani, che indicano una strada semplice e concreta come l’Eucaristia, la carità, la preghiera, e mostrano come la santità non sia un ideale irraggiungibile, ma una possibilità reale per tutti.
Come ha detto Prevost “la tristezza è guardare solo a sé stessi, la vera gioia è guardare a Dio. Pier Giorgio e Carlo lo hanno fatto e oggi la Chiesa li indica a noi come luce e guida”.
“Dio non vuole la guerra, ma la pace”
Nel corso dell’Angelus avvenuto dopo la canonizzazone, Sua Santità ha levato un forte appello per la pace: “Preghiamo per la Terra Santa, per l’Ucraina e per ogni altra terra insanguinata dalla guerra. Ai governanti ripeto: ascoltate la voce della coscienza. Le vittorie con le armi sono sconfitte, non portano mai vera pace. Dio non vuole la guerra, vuole la pace, e sostiene chi sceglie il dialogo”.