“I santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis mandano un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita ma ad orientarla verso il bene e a farne un capolavoro”. Con queste parole Papa Leone XIV ha proclamato santi il giovane torinese, morto nel 1925, e il ragazzo milanese appassionato di informatica, scomparso nel 2006. Durante la cerimonia di canonizzazione in piazza San Pietro, il Pontefice ha ricordato le frasi che hanno segnato il percorso spirituale dei due giovani: “Non io ma Dio”, ripeteva Carlo Acutis; “Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine”, insegnava Pier Giorgio Frassati. “È la formula semplice ma vincente della loro santità – ha sottolineato il Papa –. Una testimonianza che siamo chiamati a seguire: gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del cielo”.
La vita di Pier Giorgio Frassati
Nato a Torino nel 1901, figlio dell’editore Alfredo Frassati e di Adelaide Ametis, Pier Giorgio crebbe in una famiglia agnostica e borghese. Scelse però una vita di fede radicale, nutrita da Eucaristia quotidiana, preghiera e carità. Studente di ingegneria mineraria, decise di avvicinarsi agli operai e ai poveri, trascinando i carretti degli sfrattati, visitando i malati e condividendo quanto possedeva. Appassionato di montagna, membro dell’Azione Cattolica e del Terz’Ordine Domenicano, morì di poliomielite fulminante a soli 24 anni, dopo aver contratto la malattia assistendo i bisognosi.
La testimonianza di Carlo Acutis
Carlo Acutis nacque a Londra nel 1991 e visse a Milano. Fin da bambino mostrò una fede intensa, con al centro l’Eucaristia, che definiva “la mia autostrada per il Cielo”. Giovane genio informatico, mise le sue competenze al servizio della Chiesa, progettando siti parrocchiali e realizzando una mostra internazionale sui miracoli eucaristici. Morì a 15 anni nel 2006 per una leucemia fulminante, offrendo la sua sofferenza per il Papa e la Chiesa.