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Nord e Sud, due Italie dell’Irpef: a Milano si pagano quasi 9mila euro, in Sardegna meno della metà

Nel 2023 dichiarati 190 miliardi di imposta sul reddito. La Cgia: “Forti squilibri territoriali, con la Calabria maglia nera per contribuenti sotto la media nazionale”
domenica, 7 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Nel 2023 i contribuenti italiani hanno dichiarato complessivamente 190 miliardi di euro di Irpef netta, al netto di detrazioni e oneri deducibili. L’imposta sul reddito delle persone fisiche, la più rilevante in termini di gettito, rappresenta circa un terzo delle entrate tributarie complessive. A scattare la fotografia è stato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, sulla base dei dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il prelievo medio netto più elevato si registra nella Città Metropolitana di Milano, con 8.846 euro per contribuente. Seguono Roma (7.383 euro), Monza-Brianza (6.908), Bolzano (6.863) e Bologna (6.644).
All’estremo opposto, i contribuenti della Sud Sardegna hanno versato solo 3.619 euro. La media nazionale si attesta a 5.663 euro.

Nord ricco, Sud in affanno

Il dato riflette la progressività del sistema fiscale: nelle aree dove i redditi sono più elevati, il prelievo Irpef cresce di conseguenza. Non a caso Milano guida anche la classifica dei redditi medi dichiarati con 33.604 euro, seguita da Bologna (29.533), Monza-Brianza (29.455), Lecco (28.879), Bolzano (28.780), Parma (28.746) e Roma (28.643). Le differenze territoriali restano marcate. La Città Metropolitana di Cagliari è la prima realtà del Mezzogiorno per prelievo Irpef, ma si ferma al 25° posto nazionale, mentre per reddito medio complessivo occupa la 46ª posizione.
Ancora più evidente il divario se si guarda alla quota di contribuenti con reddito inferiore alla media nazionale (24.830 euro): in Italia sono il 65,9%, ma in tutte le regioni del Sud e delle Isole la percentuale supera il 70%, con la Calabria fanalino di coda al 77,7%.

Quanti sono i contribuenti Irpef

In Italia i contribuenti Irpef sono 42,5 milioni: 23, 8 milioni lavoratori dipendenti, 14,5 milioni pensionati, 1,6 milioni lavoratori autonomi (escluse le partite Iva a regime forfettario), 1,6 milioni percettori di redditi.
Roma guida la classifica con quasi 3 milioni di contribuenti, seguita da Milano (2,4 milioni), Torino (1,7), Napoli (1,65) e Brescia (941 mila). Ultima Isernia, con poco più di 59 mila contribuenti.

La pressione fiscale

Il Documento di Economia e Finanza 2025 ha stimato una pressione fiscale pari al 42,7%, in lieve aumento rispetto al 42,6% del 2024. Ma l’incremento è più che altro statistico. La sostituzione della decontribuzione con il nuovo ‘bonus Irpef’ per i redditi medio-bassi ha infatti comportato un aumento della spesa pubblica (e non una riduzione delle entrate), incidendo così sulla misurazione della pressione fiscale. Senza questo effetto contabile, la pressione scenderebbe al 42,5%.

L’aumento degli ultimi anni è inoltre legato a fattori economici positivi, come la crescita dei redditi da capitale e l’aumento delle retribuzioni dovuto a rinnovi contrattuali, arretrati nel pubblico impiego e incremento dell’occupazione.

Nuove tasse con impatto limitato

Le novità fiscali introdotte dal governo Meloni, dall’incremento della tassazione sui tabacchi all’inasprimento sulle cripto-attività, fino alla rimodulazione delle detrazioni e alla stretta sui bonus edilizi, hanno avuto un impatto contenuto sul gettito complessivo.

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