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Confcommercio: consumi in crescita all’1%, ma la sfiducia frena le famiglie nonostante redditi e occupazione record

mercoledì, 27 Agosto 2025
1 minuto di lettura

Il quadro macroeconomico italiano, nonostante un contesto internazionale ancora attraversato da incertezze, mostra segnali complessivamente positivi. A trainare l’ottimismo sono il rafforzamento dell’occupazione – ai massimi storici – e il recupero del reddito disponibile reale, tornato sopra i livelli pre-pandemici. Inflazione sotto controllo e spread ai minimi da quindici anni completano un contesto che, sulla carta, dovrebbe favorire i consumi interni. Eppure, la dinamica della spesa delle famiglie rimane frenata da un fattore più psicologico che economico: la persistente percezione di instabilità. Secondo l’ultima indagine Confcommercio-Censis, gli italiani continuano a sottostimare il proprio potere d’acquisto, spendendo meno di quanto potrebbero. Una prudenza che incide sui consumi, previsti in crescita solo dell’1% reale nel 2025.

Spesa pro capite

La spesa pro capite, pur avendo recuperato terreno rispetto al 2019, resta al di sotto dei massimi del 2007. Le tendenze di lungo periodo confermano mutamenti strutturali nella composizione dei consumi: calo marcato per abbigliamento e alimentari domestici, espansione per tecnologia, comunicazioni e servizi legati al tempo libero. In particolare, viaggi, vacanze e attività ricreative mostrano segnali di rilancio, trainati anche dal turismo, nonostante un avvio d’anno incerto per la componente straniera. Il peso crescente della spesa per la casa – oggi prossima a un terzo del budget familiare – rappresenta tuttavia un freno strutturale. Accanto a ciò, il calo della spesa reale in energia (-35% in trent’anni) non si è tradotto in un alleggerimento proporzionale dei bilanci a causa dell’aumento dei prezzi.
In sintesi, l’Italia si presenta con fondamentali solidi e prospettive di crescita moderate ma stabili. Se nei prossimi mesi prevarrà un clima di maggiore fiducia, i consumi potranno tornare sui livelli record pre-crisi già nel 2026, ridando slancio anche al Pil. Per ora, la sfida resta convincere le famiglie che la loro situazione economica è migliore di quanto credano.

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