Un appello accorato a spezzare le catene dell’odio e a non cedere alle logiche della ritorsione. È questo il cuore del messaggio che Papa Leone XIV ha inviato ai partecipanti della Settimana ecumenica di Stoccolma, che si svolge fino al 24 agosto e segna un duplice anniversario: i 100 anni dalla Conferenza ecumenica del 1925 e i 1700 anni dal Concilio di Nicea. “La pace non è meramente un conseguimento umano – ha sottolineato il Pontefice – ma un segno della presenza del Signore tra noi. È promessa e compito: siamo chiamati a diventare artefici di riconciliazione, affrontando la divisione con coraggio, l’indifferenza con compassione, portando guarigione dove ci sono ferite”.
Il Santo Padre ha ripercorso la storia dei due grandi momenti che fanno da sfondo all’appuntamento ecumenico. Da un lato il Concilio di Nicea del 325, in cui i Padri conciliari definirono la divinità di Cristo e gettarono le basi del Credo comune; dall’altro la Conferenza universale sulla vita e il lavoro convocata nel 1925 dall’arcivescovo luterano di Uppsala Nathan Soderblom, che per primo intuì il valore di un “cristianesimo pratico” al servizio della pace e della dignità umana.
Il cammino ecumenico contemporaneo
“Sebbene la Chiesa cattolica non fosse presente a quell’incontro – ha ricordato il Papa – oggi siamo al vostro fianco come compagni discepoli di Cristo. Ciò che ci unisce è molto più grande di ciò che ci divide”. Il messaggio del Vescovo di Roma ha ripercorso alcune pietre miliari degli ultimi decenni: la visita di Giovanni Paolo II in Svezia nel 1989, l’abbraccio con l’arcivescovo Werkström a Uppsala e la commemorazione congiunta della Riforma a Lund nel 2016, quando Papa Francesco pregò con i leader luterani nel segno del pentimento reciproco.
“Dal Vaticano II – ha affermato Leone XIV – la Chiesa cattolica ha abbracciato pienamente il cammino ecumenico, fondato sul comune battesimo e sulla missione condivisa nel mondo”.
ʼTempo per la pace di Dioʼ
Il tema scelto per la Settimana ecumenica 2025, ʼTempo per la pace di Dioʼ, trova una risonanza particolare nel contesto attuale segnato da conflitti, disuguaglianze, crisi ambientali e smarrimento spirituale. Il Papa ha chiesto di far crescere una testimonianza comune attraverso il dialogo teologico, la preghiera condivisa e l’impegno solidale: “Lo Spirito Santo, che guidò il Concilio di Nicea, renda più profonda la vostra amicizia e risvegli nuova speranza per l’unità che Cristo desidera”.Concludendo il suo messaggio, Leone XIV ha affidato tutti i partecipanti alla pace di Cristo, rinnovando l’invito a non cedere all’odio: “Il nostro compito non è alimentare spirali di violenza, ma aprire strade di comunione e fraternità”.