Consolidare, attuare pienamente e accentuare le prime misure strutturali dell’Unione bancaria in materia di proporzionalità. Per la prima volta viene definita cosa sia una banca “piccola e non complessa” in Europa: quelle che hanno un totale attivi inferiore ai 5 miliardi. È un primo passo verso la semplificazione strutturale di norme che si rivolgono a banche.
Indispensabile, anche se non sufficiente, per affrontare la crisi che stiamo vivendo”. Questo il messaggio centrale lanciato da Federcasse nel corso dell’audizione in commissione Politiche dell’Unione europea del Senato in merito alla “Legge di delegazione europea 2019”. Il presidente Augusto dell’Erba – nel suo intervento introduttivo – ha messo in evidenza come l’esame del Dl avvenga in un contesto radicalmente mutato – rispetto all’approvazione avvenuta a Bruxelles un anno fa – dall’impatto socioeconomico della pandemia del Covid-19 e che, pertanto, l’attuazione delle norme in esame si svolgerà in uno scenario molto diverso da quello immaginato dal legislatore europeo.
“Parliamo di una pesantissima recessione – ha detto dell’Erba – con lo spettro anche di una possibile depressione di fronte alla quale c’e’ una mobilitazione di tutte le Istituzioni pubbliche nazionali ed europee in uno sforzo collettivo per scongiurare quanto si teme”.
È convincimento condiviso fra le stesse istituzioni – ha proseguito dell’Erba – che le banche debbano essere parte rilevante della soluzione e possibilmente della prevenzione dei problemi. Occorre evitare che norme pro-cicliche e inutilmente onerose rallentino e riducano la capacità di credito alle famiglie e alle imprese”. Da qui, per Federcasse, la necessità di porre le banche “nelle condizioni di operare al meglio per non interrompere, anzi, per incrementare i flussi di finanziamento all’economia.” “Tanto è vero – ha ricordato ancora dell’Erba – che la Commissione europea ha avvertito lo scorso 28 aprile la necessità di proporre modifiche agli stessi Regolamenti CRR e SRMR con l’obiettivo di massimizzare la capacitò degli enti creditizi di erogare prestiti e di assorbire le perdite connesse alla pandemia di Covid-19, garantendo nel contempo che rimangano resilienti. Come Credito Cooperativo – ha proseguito – concentriamo l’attenzione sulla necessità di non disattendere il principio di proporzionalità. Le norme bancarie oggetto di recepimento hanno lasciato agli stati membri alcuni importanti margini di discrezionalità”.
“In alcuni casi, riteniamo che tali discrezionalità siano opportunità per implementare il principio di proporzionalità. In altri, siamo del parere che l’esercizio della discrezionalità sarebbe contraddittorio con l’esigenza di maggiore proporzionalità”. Gli obiettivi di riduzione, per le banche di minore dimensione, degli obblighi di segnalazione di cui all’art. 430 CRR2, comma 8, fanno ritenere auspicabile, per il Credito Cooperativo, che anche la disciplina secondaria adottata dalla Banca d’Italia (ai sensi della stessa legge di delegazione europea) renda concretamente praticabile e priva di oneri aggiuntivi in termini di obblighi di segnalazione, la possibilità di adottare i principi contabili nazionali per le banche i cui titoli non siano ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato. (Italpress)