Sta attraversando il nostro sistema solare con una velocità che sfida le leggi dell’orbita solare, emettendo una luce propria che ha lasciato gli astronomi interdetti. Il suo nome è 3I/Atlas, ed è il terzo oggetto interstellare mai osservato dall’uomo. Scoperto dal programma ATLAS finanziato dalla NASA, 3I/Atlas non è una cometa qualunque. La sua composizione ghiacciata e la sfocatura che lo avvolge suggeriscono un’origine lontana, forse da un sistema stellare sconosciuto. Ma ciò che ha acceso l’interesse della comunità scientifica è la sua capacità di emettere luce visibile, non semplicemente riflessa dal Sole, come avviene per la maggior parte dei corpi celesti. Alcuni ipotizzano che si tratti di una reazione chimica interna, altri parlano di possibili emissioni energetiche ancora da decifrare. La sua traiettoria lo porterà a sfiorare l’orbita di Marte, senza alcun rischio per la Terra, ma con un carico di mistero che alimenta speculazioni e teorie. Secondo Jonathan McDowell del Centro Harvard-Smithsonian, questi oggetti potrebbero essere frammenti strappati da sistemi stellari durante passaggi ravvicinati con altre stelle. Vagabondi galattici, portatori di informazioni da mondi che non conosciamo. L’Osservatorio Vera Rubin, operativo da pochi mesi, ha già catturato immagini del passaggio di 3I/Atlas e promette di individuare molti altri oggetti simili nei prossimi anni. Ogni avvistamento è una finestra aperta su un universo che ci osserva da lontano, forse con la stessa curiosità con cui noi scrutiamo il cielo. Per ora, 3I/Atlas è solo un puntino luminoso in movimento. Ma il suo bagliore potrebbe essere il messaggio silenzioso di un cosmo che ha ancora molto da raccontare.
