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Imprese e sindacati, un patto per lavoro e sviluppo

È urgente uscire dalla crisi della manodopera e dai salari poco remunerativi. Serve un patto sociale che coniughi crescita, equità e sostenibilità
domenica, 17 Agosto 2025
3 minuti di lettura

Il Governo con il premier Giorgia Meloni ha l’autorevolezza per avviare una stagione di intese e riforme

Sempre più richieste di assunzioni e sempre meno lavoratori disponibili a sottoscrivere un contratto. Se le Associazioni di categoria lanciano ripetuti allarmi sulla carenza di personale, sull’altro fronte, quello dei sindacati, la Filcams-Cgil leva in alto gli scudi parlando di condizioni di lavoro difficili e con buste paghe poco remunerative. Una sfida tra crisi del lavoro e attacchi sindacali,

che apre un nuovo scenario ancora più preoccupante, la Confederazione nazionale degli artigiani, (Cna), avverte: l’Italia è il Paese che invecchia più in fretta dell’Europa, con una natalità in caduta e una vita lavorativa tra le più brevi del continente. L’indagine della Confederazione rivela che sempre meno giovani sono disposti ad intraprendere un lavoro, un diniego che provoca un disequilibrio nelle casse dell’Inps ponendo le pensioni a rischio.

Il gelo demografico

Il pericolo di una situazione di stallo diventa sempre più concreto, la Cna nel rapporto “demografia, occupazione e previdenza”, mette in fila dati e confronti europei difficili da ignorare. Il documento fotografa un Paese che, mentre vanta una delle più alte aspettative di vita del mondo (83,5 anni per i nati nel 2024), superata solo dalla Spagna, si ritrova con uno dei più bassi tassi di fertilità: 1,2 figli per donna, quart’ultimo posto in Europa e ben distante dagli 1,6 della Francia. Questo squilibrio ha spinto l’età media italiana a 48,7 anni, tre in più di Germania e Spagna e oltre sei rispetto alla Francia. Ma il dato più preoccupante è l’indice di dipendenza: nel 2024, per ogni 100 persone in età lavorativa (15-64 anni) ci sono 38,4 over 64, il rapporto più alto dell’Unione. È il segno di un invecchiamento accelerato: dal 2005 l’età media è aumentata di 7,1 anni, quasi il doppio rispetto a Germania e Francia.

Previsioni, il rischio stallo

Il sistema previdenziale è finito così sotto pressione con la spesa pensionistica che assorbe il 15,5% del Pil, record europeo, contro l’11,6% della Germania. Le riforme degli ultimi decenni, dall’introduzione del calcolo contributivo all’innalzamento graduale dei requisiti, hanno rallentato la crescita della spesa. Tra il 2006 e il 2022, l’Italia è l’unica grande economia europea ad aver ridotto il numero di pensioni erogate, nonostante l’aumento degli anziani.

Il personale che non c’è

Il problema della carenza di personale – che potrebbe ridare forza con le nuove assunzioni alle casse INPS – è inoltre un paradosso. Le Associazioni di categoria da Federmeccanica, a Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura puntualizzano su come sia necessario concretizzare un nuovo patto tra lavoro, sviluppo e nuove regole fiscali per aumentare le retribuzioni. Attualmente stando ai dati di Federmeccanica circa il 47-48% delle aziende metalmeccaniche italiane dichiara di avere difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie. Per Confcommercio e Confesercenti la crisi di manodopera nel settore terziario, porta a stime che sfiorano il crollo: entro la fine del 2025 mancheranno circa 260 mila lavoratori. Stesso discorso per Confagricoltura che torna a sottolineare come non ci siano lavoratori qualificati, così per riflesso, senza personale disponibile e formato, anche le innovazioni rischiano di rimanere al palo.

La sfida dei sindacati

La versione dei sindacati è tutt’altro, si pone l’accento sulle condizioni di lavoro e delle paghe basse. Per la Cgil in particolare nel settore turismo e ristorazione sono “insostenibili, sfruttamento, irregolarità, precarietà e basse retribuzioni”. I sindacati spiegano. il loro disappunto con i dati Istat che indicano come per. alcuni settori come quello dei servizi le maestranze hanno un reddito medio tra i più bassi con 21.983 euro lordi l’anno: i più sottopagati risultano, afferma l’Inps, i lavoratori intermittenti della ristorazione, con una media di 1.650,46 euro lordi al mese”.

Cosa fare subito

Se la situazione è questa bisognerà trovare presto una soluzione. Le proposte ci sono, e noi siamo d’accordo per verificare ogni possibilità di riforma, di accordo e di uscita da una situazione asfittica e pericolosa. Lo ribadiamo, il Governo con il premier Giorgia Meloni hanno prodotto risultati importanti in molti campi. sul lavoro serve che già dal prossimo mese si tracci un progetto concreto e condiviso tra forze produttive e quelle sociali. È necessario migliorare le condizioni economiche e contrattuali per rendere il lavoro nuovamente attrattivo, soprattutto per le nuove generazioni. Servirà investire seriamente nella formazione per colmare il mismatch tra domanda e offerta di competenze.

Il sistema produttivo italiano non può permettersi una crisi strutturale della manodopera. Serve un nuovo patto sociale che coniughi crescita, equità e sostenibilità: salari più adeguati, contratti regolari, orari sostenibili e un welfare che supporti famiglie e giovani. Solo così si potrà invertire una rotta che, se non corretta, rischia di portare il Paese verso un declino demografico ed economico sempre più difficile da arrestare.

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