Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito hanno respinto con forza la decisione del Gabinetto di sicurezza israeliano dell’8 agosto di lanciare una nuova operazione militare su larga scala a Gaza. In una nota congiunta, diffusa dalla Farnesina, i ministri degli Esteri dei cinque Paesi avvertono che un’azione di questo tipo “aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili”. La dichiarazione sottolinea che i piani annunciati dal governo israeliano “rischiano di violare il diritto internazionale umanitario” e ribadisce che «qualsiasi tentativo di annessione o espansione degli insediamenti viola il diritto internazionale”.
I cinque governi esortano «le parti e la comunità internazionale” a impegnarsi per “porre finalmente termine a questo terribile conflitto ora”, attraverso “un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta «la fornitura di un’assistenza umanitaria massiccia, immediata e senza ostacoli», poiché a Gaza “si sta verificando lo scenario peggiore, quello di una carestia“.
Critiche alle restrizioni sugli aiuti
Il documento chiede a Hamas di rilasciare “tutti gli ostaggi senza ulteriori ritardi o precondizioni” e di assicurare che essi siano trattati “in modo umano e non siano soggetti a crudeltà e umiliazioni”. La nota denuncia che “la situazione umanitaria a Gaza rimane catastrofica” e chiede al governo israeliano di modificare con urgenza «il suo recente sistema di registrazione delle organizzazioni umanitarie internazionali”, così da garantire che possano «continuare il loro lavoro essenziale» per raggiungere i civili bisognosi “in linea con i principi umanitari». La loro esclusione, avvertono, «sarebbe un segnale grave”.
I cinque Paesi ribadiscono l’impegno per “l’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata” come “unico modo” per garantire che israeliani e palestinesi vivano «fianco a fianco in pace, sicurezza e dignità”. Una simile risoluzione, precisano, “richiede la totale smilitarizzazione di Hamas e la sua completa esclusione da qualsiasi forma di governo nella Striscia di Gaza”, dove l’Autorità Palestinese “deve avere un ruolo centrale”.
La posizione di Malta
Anche il Vice Primo Ministro e Ministro degli Esteri di Malta, Ian Borg, si è espresso contro il piano israeliano, invitando Tel Aviv ad abbandonare il progetto di occupazione di Gaza. In un post su X, Borg ha avvertito che l’iniziativa “peggiorerà la crisi umanitaria e le condizioni crudeli in cui sono detenuti gli ostaggi”, rinnovando l’appello per un cessate il fuoco.