Con una sentenza destinata a fare scuola, il Consiglio Costituzionale francese ha annullato la clausola più controversa della nuova legge agricola, nota come “Loi Duplomb”, che avrebbe permesso la reintroduzione del pesticida acetamiprid, vietato dal 2018 per i suoi effetti nocivi sugli impollinatori. La decisione, pubblicata il 7 agosto, è stata accolta con favore da ambientalisti e scienziati, che parlano di “vittoria per la democrazia e il pianeta”. La Corte ha ritenuto che l’articolo in questione non garantisse la protezione dell’ambiente e delle generazioni future, violando i principi costituzionali francesi. Il resto della legge, che include misure per lo stoccaggio idrico e l’alleggerimento delle norme sugli allevamenti intensivi, resta in vigore. Al centro della polemica c’era l’acetamiprid, un insetticida della famiglia dei neonicotinoidi, considerato meno tossico di altri composti vietati dall’UE, ma comunque sospetto per la sua persistenza ambientale e impatto sulle api. La sua reintroduzione era stata fortemente sostenuta dai coltivatori di barbabietole da zucchero, ma ha incontrato una mobilitazione popolare senza precedenti: una petizione contro la clausola ha superato i due milioni di firme, diventando una delle più partecipate nella storia francese. Il governo Macron, che aveva appoggiato la legge con il sostegno delle principali lobby agricole, si trova ora in una posizione delicata. Ventisei deputati della maggioranza avevano già votato contro il provvedimento, segnalando crepe interne e un crescente dissenso tra centristi e ambientalisti. La sentenza della Corte non chiude il dibattito, ma lo rilancia su scala europea. L’Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente raccomandato di abbassare la dose giornaliera ammissibile dell’acetamiprid, alimentando dubbi sulla sua sicurezza.
