Prezzi cresciuti in 30 anni del 132% %, pressione fiscale che è stata in costante aumento, servizi alle famiglie che sono diventati sempre più onerosi. Sono le spine nel fianco del commercio e dei consumi che rallentano. “Le spese obbligate”, osserva la Confcommercio, “ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a pesare sempre di più sui bilanci familiari: nel 2025 arrivano infatti a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.
Cioè che non è comprimibile
L’analisi è stata realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane nel periodo 1995–2025, che parla di “una dinamica ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna”. In termini ‘monetari’, a fronte di una spesa pro capite complessiva di 22.114 euro, oltre 9.300 euro sono assorbiti da spese non comprimibili. Tra queste primeggia come sempre l’abitazione (5.171 euro, +109 euro rispetto al 2024), seguita da assicurazioni e carburanti (2.151 euro) ed energia (1.651 euro).
La crescita dei prezzi, il caso dei beni obbligati
A rendere sempre più gravoso il peso delle spese obbligate, evidenzia la Confcommercio, “è la dinamica dei prezzi: dal 1995 ad oggi il loro indice è cresciuto del 132%, più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55%). In particolare, l’energia – nonostante il rallentamento del 2025 – ha visto i suoi prezzi aumentare del 178% in trent’anni”.
I segni contrastanti
Sul versante dei commercializzabili, segnala l’ufficio Studi, invece, se da un lato i servizi (come ristorazione, turismo, tempo libero) mostrano segnali di recupero (+134 euro pro capite), dall’altro i beni tradizionali (alimentari inclusi) registrano un’ulteriore flessione (-57 euro). “Una tendenza che, insieme alla riduzione demografica e al cambiamento delle abitudini di consumo, richiede attenzione: per rilanciare la domanda interna “è necessario”, propone la Confcommercio, “rimuovere gli ostacoli che comprimono la libertà di spesa, a partire dal contenimento dei costi fissi e dalla tutela del potere d’acquisto”.
Tariffe e fisco da ridurre
“Per le famiglie italiane”, spiega il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “il costante aumento delle spese obbligate è un forte ostacolo alla ripresa dei consumi. Occorre agire su tariffe e fiscalità per rafforzare il potere di acquisto e rilanciare la crescita economica del nostro Paese”: