Sul rinvio dello “Scudo penale” deciso dal Consiglio dei ministri i medici sono sempre più diffidenti verso la politica, in questo caso contro la maggioranza di centrodestra. Non è è ancora un muro contro muro perché rimane in piedi uno spiraglio perché il Cdm ha motivato il rinvio per questioni tecniche e non di merito.
“Solo qualche giorno fa ci chiedevamo dove fosse finito lo scudo penale per i medici. E oggi abbiamo avuto la risposta.
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 4 agosto, ha bloccato il provvedimento”, sottolinea Pierino Di Silverio, Segretario Anaao: “Ci auguriamo che il rinvio sia dovuto solo a motivi tecnici. Sarebbe una beffa vedere dei passi indietro, il tempo è sempre meno. Bisogna far presto e approvare un ddl che contenga le misure utili a dare un segnale forte a medici e dirigenti sanitari”.
Sullo scudo penale tutte le Associazioni dei medici si sono dichiarate favorevoli, la scorsa settimana l’Anaao Assomed aveva sottolineato come la decisione non era più rinviabile. A evidenziarla il segretario Nazionale Di Silverio.
“Il provvedimento, più volte annunciato, che dovrebbe rendere definitiva una misura attesa dalla categoria ma al momento solo temporanea, è sparito dall’orizzonte politico nonostante l’accordo tra i Ministeri della Giustizia e della Salute. E mentre plaudiamo al lavoro del Ministro Schillaci che si è impegnato per porre fine a questa attesa e garantire maggiore sicurezza al nostro lavoro, dalle stanze del Guardasigilli arriva il totale silenzio, segno che non si ritiene questo un tema di particolare urgenza”.
Assolti per il 97% delle volte
“Nel frattempo però i camici bianchi continuano a essere bersaglio di cause penali e civili quando non di entrambe, per essere assolti nel 97% dei casi”, puntualizza l’associazione dei medici del Servizio sanitario nazionale, “Senza poter essere risarciti del giudizio di ben 6 tribunali: civile, penale, deontologico, aziendale, erariale, e il peggiore, quello mediatico”… “Chiediamo”, evidenzia ancora Di Silverio, “che tutti le parti coinvolte in questo processo garantiscano lo stesso impegno per accelerare i tempi di una giustizia che i medici non possono più attendere”.