Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito alla nascita di numerosi brand gestiti e fondati da celebrities di fama globale. Da Christina Aguilera a Rihanna e Selena Gomez fino a Brad Pitt. Nonostante la particolarità dei prodotti offerti da ogni idolo mediatico, c’è una cosa che li accomuna tutti ed è il settore d’interesse, ossia quello della cosmesi e della cura di sé. Skincare, balsami, fondotinta, trucchi, creme anti-age e profumi sono solo alcuni degli infiniti prodotti proposti, dapprima sui social e poi in negozio. Ma seppur in apparenza normale, l’iniziativa di numerosi vip di diventare imprenditori ha i suoi lati innovativi e positivi.
Anzitutto, le celebrità coinvolte in questi progetti fanno girare i loro ingenti capitali, promuovendo così un reinvestimento economico che in tutti i casi punta sull’altro grande vantaggio di questo business: la ricerca e la sostenibilità. Dai contenitori riciclabili all’utilizzo di sostanze naturali e ipoallergeniche, questi marchi si professano come fautori di valori inclusivi e green, portando avanti quelle idee che in campo politico hanno avuto meno riscontro. Inoltre, la visibilità garantita da un volto noto al grande pubblico consente di fare un’operazione esplicita di divulgazione, spesso coinvolgendo esperti e scienziati che trovano sempre meno spazio altrove. Non bisogna, infine, dimenticare che queste avventure finanziarie e imprenditoriali prendono quasi sempre il via da un’esigenza personale della stessa celebrity, dando così una concretezza e una funzionalità all’idolatria su cui si basa il rapporto con i fan.
Dall’altro lato, c’è però un aspetto problematico che era stato evidenziato a suo tempo dall’imprenditrice Megan Felton, che in una lettera aperta rivolta proprio a tutte le celebrità-imprenditrici denunciava la loro scarsa conoscenza del settore, molto più complesso e mortificante di quanto non sembri a chi, da un giorno all’altro, decide apparentemente di fondare un brand. A questo si aggiunge inoltre l’esigenza di un pubblico, quello della Gen Z, di esprimere se stessa senza emulare nessuno, tantomeno chi spesso si è sottoposto a interventi anche chirurgici per conseguire l’aspetto di cui gode.
Ma è proprio qui che si rivela nuovamente la forza del celebrity marketing. Così come Harry Styles si è sentito libero, quasi all’improvviso, di lanciare una linea di sex toys genderless, frutto di ricerche accurate, così tutte le altre celebrities godono della possibilità di giocare, di revitalizzare ogniqualvolta il settore economico con strategie e idee sempre nuove, possibilmente sostenibili e di grande impatto per la loro audacia. E di fatto essere al passo coi tempi, inclusivi e lungimiranti è quasi un obbligo per chi risponde a giurie di milioni di persone ogni giorno. Pena: la perdita totale di credibilità. E al momento, come ha dimostrato l’ultima mossa dell’ex membro dei One Direction, il concetto sembra ancora funzionare. Prodotti sold out in poche ore.