In un annuncio che potrebbe ridefinire gli equilibri diplomatici in Medio Oriente, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato che il Regno Unito riconoscerà lo Stato di Palestina entro settembre, a meno che Israele non accetti un cessate il fuoco a Gaza e non avvii un processo di pace credibile. La dichiarazione è arrivata durante una riunione di governo a Downing Street, dove Starmer ha definito “intollerabile” la situazione nella Striscia di Gaza e ha sottolineato che “il momento di riconoscere la Palestina è ora”. Il riconoscimento, ha precisato, avverrà prima dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, salvo che Tel Aviv non si impegni a fermare le ostilità, rinunci all’annessione della Cisgiordania e avvii negoziati per una soluzione a due Stati. Il premier ha chiarito che non esiste equivalenza tra Israele e Hamas, ma ha posto condizioni anche al gruppo islamista: disarmo completo, rilascio degli ostaggi e rinuncia a qualsiasi ruolo nel futuro governo palestinese. “Hamas non dovrà mai essere ricompensata per il mostruoso attacco del 7 ottobre”, ha ribadito il ministro degli Esteri David Lammy, sottolineando che il sostegno britannico a Israele resta “fermo”, ma che “l’ingiustizia storica verso i palestinesi non può più essere ignorata”. La mossa di Starmer segue quella della Francia, che ha già annunciato l’intenzione di riconoscere la Palestina, e potrebbe spingere altri Paesi europei a fare lo stesso. Tuttavia, la reazione di Israele è stata immediata e negativa: il ministero degli Esteri ha definito l’annuncio “una ricompensa per Hamas” e ha avvertito che potrebbe compromettere gli sforzi per un cessate il fuoco. Con la soluzione dei due Stati sempre più in bilico, il Regno Unito si prepara a un passo storico, mentre il mondo osserva con attenzione se la diplomazia riuscirà a prevalere sulla guerra.
