Civiltà, gentilezza e rispetto delle regole: ciò che stiamo perdendo
Gli esempi di una costante caduta delle relazioni sociali tra persone purtroppo non mancano. Dagli schiamazzi notturni senza fine, alle auto che sfrecciano a velocità assurde dove ci sono limiti da rispettare. Sulle autostrade c’è chi occupa la corsia di sorpasso per procedere poi con tutta calma. Le liti per i parcheggi e quelle tra condomini, le risse con gravi conseguenze tra adolescenti, fino alla scuola e le corsie di ospedale dove gli insegnanti e medici sono aggrediti senza motivo. Pulsioni distruttive incomprensibili che si spingono fino ai campetti di calcio dove gli adulti, pensando che ogni figlio sia un grande campione, insorgono al minimo richiamo con violenza contro arbitri e giocatori avversari.
La “disconnessione” sociale
Assistiamo ad una contraddizione che fa riflettere. In un’epoca in cui la tecnologia ha connesso il mondo come mai prima d’ora, sembra infatti paradossale osservare una crescente disconnessione tra le persone sul piano umano, sociale e civile. Troppi oggi si comportano come se non esistessero regole comuni, come se vivere in società non richiedesse un minimo di rispetto reciproco, attenzione all’altro e responsabilità condivisa.
Il caso dei Pronto soccorso
Un esempio lampante di questa deriva è sotto gli occhi di tutti: i pronto soccorso degli ospedali italiani sono spesso intasati da persone che si presentano con malesseri lievi, a volte inesistenti, pur di avere un consulto immediato. La statistica racconta che 4 milioni di accessi (il 22 %) sono considerati impropri o evitabili.
Così facendo si bloccano le cure per chi ha realmente bisogno, rallentano i tempi di intervento per casi urgenti e mettono in ulteriore difficoltà un sistema sanitario già messo a dura prova dalla crisi del Servizio sanitaria nazionale
I cattivi esempi e gli extracomunitari
È doloroso constatare che proprio l’Italia, le sue città e i suoi Paesi e località che rappresentano la quintessenza della accoglienza e dialogo, stiano diventando progressivamente i luoghi delle tensioni innescate dal semplice comportamento incivile e arrogante dei cittadini. A questi inoltre si unisce anche una frangia di extracomunitari che una volta messo piede in Italia non pensano né ad integrarsi né ad un lavoro.
Papa Francesco e l’esortazione ad essere gentili e altruisti
Maleducazione e gesti incivili sono comportamenti che non solo rivelano la mancanza di senso civico, ma anche una preoccupante incapacità di distinguere i propri diritti dalle proprie comodità. Papa Francesco ha più volte parlato di un necessario “ritorno alla gentilezza”, intesa non come semplice cortesia di facciata, ma come atteggiamento profondo, consapevole, che guida il nostro modo di stare nel mondo, di relazionarci agli altri. Gentilezza come forma di civiltà, come riconoscimento dell’altro e dei suoi bisogni, come scelta di umanità in un contesto che sembra spingere sempre di più verso l’egoismo e l’indifferenza.
Si torni alla Educazione civica
Tutto questo affonda le sue radici anche in un vuoto educativo. L’educazione civica, che un tempo era una colonna portante della formazione scolastica, oggi appare trascurata, relegata a qualche ora sporadica o trattata in modo superficiale. Eppure, insegnare ai ragazzi cosa significa vivere in società, il valore delle regole, il rispetto per il bene comune e l’importanza dell’impegno civico, è fondamentale per costruire una generazione consapevole e responsabile.
Più responsabilità e rispetto
Non si tratta di nostalgia per il passato, ma di necessità urgente per il presente. Una società che ignora le regole, che scavalca gli altri, che pretende senza dare, è destinata a disgregarsi, a perdere la propria coesione e la propria umanità. Serve un’inversione di rotta. Serve, soprattutto, un impegno collettivo per rimettere al centro valori come la gentilezza, la responsabilità e il rispetto.
Una Italia migliore per tutti
Ripartire dalla scuola, dai luoghi pubblici, dalle istituzioni, ma anche dalla vita quotidiana di ognuno di noi: è così che possiamo tornare a essere una società davvero civile. Bisogna riscoprire e promuove una società dove nessuno sia lasciato indietro, ma dove nessuno si senta autorizzato a prevaricare. Serve una società, libera, dialogante, che punti sulla responsabilità e sul bene comune che è anche la persona accanto a noi.