Il mondo della musica piange la scomparsa di Ozzy Osbourne, storico frontman dei Black Sabbath e figura iconica dell’heavy metal, morto ieri all’età di 76 anni. La notizia è stata diffusa dalla famiglia con un comunicato ufficiale: “Era circondato dall’amore. Chiediamo rispetto per la nostra privacy in questo momento”. Nato John Michael Osbourne nel 1948 in un sobborgo operaio di Birmingham, Ozzy ha fondato i Black Sabbath nel 1968, dando vita a un genere musicale che avrebbe influenzato generazioni. Con brani come Paranoid, War Pigs e Iron Man, la band ha definito il sound oscuro e potente dell’heavy metal. Celebre per i suoi eccessi — tra cui il famigerato episodio in cui morse la testa di un pipistrello sul palco — Osbourne fu allontanato dal gruppo nel 1979, ma rilanciò la sua carriera da solista con album come Blizzard of Ozz e Diary of a Madman, affiancato dal chitarrista Randy Rhoads. Nel 2020 aveva reso pubblica la diagnosi di morbo di Parkinson, che lo aveva costretto a ridurre le apparizioni pubbliche. Nonostante le difficoltà, il 5 luglio 2025 si era esibito per l’ultima volta a Villa Park, davanti a 40.000 fan, in un concerto d’addio con la formazione originale dei Black Sabbath. Ozzy è stato inserito due volte nella Rock & Roll Hall of Fame — nel 2006 con i Black Sabbath e nel 2024 come solista — e ha ricevuto un Grammy alla carriera nel 2019. La sua influenza ha attraversato sei decenni, lasciando un’impronta indelebile nella cultura pop e nella musica rock. “Finché ci saranno ragazzi che avranno bisogno di sfogare la loro rabbia, l’heavy metal sopravviverà”, diceva. Con la sua morte, si chiude un’era, ma il suo spirito continuerà a vivere in ogni riff, in ogni palco, in ogni urlo di libertà. Ozzy Forever.
