Nel 2023 oltre 5,9 milioni di persone in Italia hanno vissuto situazioni di povertà alimentare, cioè non sono riuscite a nutrirsi in modo adeguato per ragioni economiche. Secondo il report “Fragili equilibri” di ActionAid, la cifra è cresciuta di quasi 700 mila unità rispetto all’anno precedente. L’organizzazione spiega che la povertà alimentare non colpisce solo chi è sotto la soglia di povertà ufficiale, ma anche famiglie e individui che, pur lavorando o percependo redditi modesti, non riescono a sostenere il costo di una dieta sana e completa.
Il caro prezzi colpisce la spesa quotidiana
Il 2023 è stato segnato da un netto rincaro dei beni alimentari. L’aumento medio dei prezzi è stato del 9,8 per cento rispetto all’anno precedente. Per molte famiglie italiane questo ha significato tagliare proprio sulla spesa alimentare, considerata una delle voci più flessibili del bilancio domestico. “Sempre più persone si trovano a dover scegliere cosa togliere dal carrello pur di arrivare a fine mese”, si legge nel documento pubblicato da ActionAid.
Due forme di disagio: materiale e sociale
La povertà alimentare ha due volti. Il primo è la deprivazione materiale, cioè l’impossibilità di consumare un pasto proteico completo, come carne, pesce o un’alternativa vegetariana, almeno una volta ogni due giorni. Il secondo è la deprivazione sociale, che riguarda chi non può permettersi nemmeno una cena fuori casa al mese. Secondo dati ISTAT citati nel report, l’8,4 per cento degli italiani sopra i 16 anni ha vissuto una deprivazione materiale, mentre il 5,8 per cento ha sperimentato la seconda forma. In tutto si tratta di oltre 7 milioni di persone.
Dopo anni di miglioramento, si torna indietro
Dal 2019 al 2022 la situazione sembrava migliorare. Gli indici di povertà alimentare erano diminuiti, anche grazie a strumenti come il Reddito di Cittadinanza. Ma nel 2023 entrambi i dati sono tornati a salire. ActionAid sottolinea che il peggioramento è legato al calo del potere d’acquisto delle famiglie e alla mancanza di politiche efficaci per proteggere chi si trova in una situazione di vulnerabilità.
L’Italia non è sola, ma resta indietro
A livello europeo la situazione non è molto diversa, ma l’Italia continua a restare indietro rispetto alla media. In Europa la deprivazione alimentare materiale riguarda il 9,5 per cento della popolazione, mentre quella sociale si ferma al 7,8. L’Italia si colloca poco sotto queste soglie, ma con tendenze in peggioramento. La distribuzione di aiuti alimentari, in particolare quelli finanziati dal Fondo Europeo per l’Aiuto agli Indigenti (FEAD), è aumentata del 40 per cento in cinque anni. Nel 2023 ne hanno beneficiato quasi tre milioni di persone, contro i poco più di due milioni del 2019.
Chi soffre di più: giovani, migranti e famiglie monoreddito
I dati raccolti da ActionAid mostrano che il disagio alimentare colpisce con forza alcune fasce specifiche della popolazione. Tra i più colpiti ci sono i disoccupati, gli inabili al lavoro, chi vive in affitto e chi abita in aree metropolitane. In particolare, il report evidenzia che il 28 per cento dei disoccupati e oltre il 23 per cento degli stranieri residenti in Italia vivono in condizioni di deprivazione alimentare. Anche tra i giovani dai 19 ai 35 anni e tra gli adulti tra i 50 e i 64 la percentuale supera il 12 per cento.
Donne e madri, le prime a rinunciare
Un capitolo a parte è dedicato al ruolo delle donne nelle famiglie che affrontano la povertà alimentare. Secondo il rapporto “La fame non raccontata”, pubblicato da ActionAid nel 2022, spesso sono proprio le madri a fare sacrifici: saltano i pasti, rinunciano a comprare carne e frutta fresca, fanno uso di prodotti a lunga conservazione pur di garantire qualcosa ai figli. “È sempre la madre che si mette per ultima, che si vergogna di chiedere aiuto, che affronta lo stigma della povertà”, ha raccontato una delle donne intervistate per il report.
Gli adolescenti tra rinunce e disagio
Un’indagine condotta da ActionAid tra adolescenti di 11-16 anni, in contesti urbani come Milano e Siena, ha messo in luce un altro aspetto spesso trascurato. I giovani che vivono in famiglie colpite da povertà alimentare si trovano a dover rinunciare non solo a una dieta equilibrata, ma anche alla socialità. Non potersi permettere una pizza con gli amici o una merenda fuori scuola ha effetti sul benessere psicologico e sulla capacità di sentirsi parte della comunità. Le ragazze, in particolare, riportano un senso di vergogna più acuto e una maggiore difficoltà nel parlare del proprio disagio.
Un fenomeno diffuso ma poco riconosciuto
Secondo ActionAid, la povertà alimentare in Italia è un fenomeno ancora troppo sottovalutato. Colpisce milioni di persone, ma spesso resta invisibile. Chi ne è colpito tende a nascondere la propria condizione per vergogna o per paura di essere giudicato. Allo stesso tempo, le misure messe in campo negli ultimi anni non sembrano sufficienti a invertire la tendenza. Il quadro che emerge è quello di un Paese dove il cibo, elemento essenziale della vita quotidiana, sta diventando per molti un bene difficile da raggiungere.