Ieri l’allarme è tornato altissimo in Ucraina: secondo fonti del ministero della Difesa tedesco, Mosca starebbe preparando un attacco massiccio con 2.000 droni contro il territorio ucraino. A rivelarlo è stato il generale Christian Freuding, capo del centro situazionale per l’Ucraina, che ha definito la minaccia “una sfida senza precedenti per le difese aeree di Kiev”. Freuding ha sottolineato l’inefficacia economica dei missili Patriot contro i droni kamikaze, che costano decine di migliaia di euro contro i milioni di euro necessari per ogni singolo intercettore Patriot. A confermare l’intensificazione delle operazioni russe, il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato di aver abbattuto nella notte 93 droni ucraini, di cui 19 nella regione di Mosca. Gli attacchi hanno provocato la temporanea chiusura di diversi aeroporti, inclusi Sheremetyevo, Vnukovo e Domodedovo. Nel frattempo, le forze ucraine hanno respinto un attacco russo con 57 droni, intercettandone la maggior parte. Le aree colpite includono Zaporizhzhia, Donetsk, Kharkiv, Sumy e Dnipropetrovsk. Nonostante i successi difensivi, il bilancio degli attacchi russi di ieri resta pesante: 7 morti e almeno 28 feriti, secondo fonti ufficiali ucraine.
Zelensky rilancia i negoziati, Mosca prende tempo
In un video diffuso ieri sera, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver proposto alla Russia un nuovo round di colloqui nella settimana dal 21 al 27 luglio. L’obiettivo dichiarato è arrivare al cessate il fuoco, accelerare lo scambio di prigionieri e ottenere il ritorno dei bambini deportati. Secondo Kiev, Mosca avrebbe risposto positivamente all’idea di “dare maggiore dinamica” ai negoziati, già avviati in precedenza a Istanbul. Il presidente russo Vladimir Putin si è detto teoricamente pronto a un incontro con Zelensky, ma continua a mettere in discussione la legittimità dell’omologo ucraino. Il Cremlino, per bocca del portavoce Dmitry Peskov, ha confermato l’intenzione di trovare una soluzione diplomatica ma ha chiarito che “il momento non è ancora arrivato”. Gli obiettivi strategici della Russia – ha ribadito Peskov – restano immutati.Donald Trump, in un recente vertice con il nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha minacciato “dazi molto severi” contro Mosca se non si raggiungerà un’intesa entro 50 giorni. Il presidente americano ha espresso il desiderio di facilitare un accordo di pace, ma la complessità del conflitto – secondo il Cremlino – richiederà tempo e lavoro diplomatico.
Centrale nucleare di Zaporizhzhia: nessun rischio immediato, ma massima allerta
Un incendio boschivo vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi, ha generato timori nelle scorse ore. Tuttavia, il ministero dell’Energia ucraino e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) hanno escluso rischi immediati per la sicurezza dell’impianto. Le linee elettriche che collegano la centrale alla rete ucraina risultano stabili e in grado di garantire il raffreddamento dei reattori. La ministra ucraina Svitlana Grinchuk ha però ricordato che la centrale ha già perso la connessione elettrica nove volte dall’inizio dell’occupazione russa nel marzo 2022. “L’utilizzo di generatori diesel è un rischio estremo in un impianto di questa portata”, ha sottolineato.
Camera USA: via libera al sostegno militare. Cremlino incontra l’Iran
In un voto bipartisan, la Camera dei Rappresentanti statunitense ha approvato con larga maggioranza la prosecuzione del sostegno militare a Kiev. La decisione rafforza la linea interventista promossa da Trump e dal Pentagono. Nel frattempo, a Mosca si è svolto un incontro tra Vladimir Putin e Ali Larijani, consigliere speciale dell’ayatollah Khamenei. Secondo il Cremlino, al centro del colloquio vi erano “le tensioni in Medio Oriente e lo stato del programma nucleare iraniano”. I rapporti russo-iraniani si intensificano così in parallelo al conflitto in Ucraina.
Von der Leyen sotto attacco: Bruxelles accusa Mosca di interferenze
Infine, l’Unione Europea ha accusato la Russia di essere dietro la recente mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. A parlare è stato un portavoce dell’esecutivo europeo, che ha denunciato “operazioni coordinate di disinformazione” provenienti da Mosca. La mozione, presentata il 10 luglio dall’eurodeputato rumeno Gheorghe Piperea e sottoscritta da esponenti dell’estrema destra europea, è stata bocciata in aula con 360 voti contrari. Già in quell’occasione von der Leyen aveva denunciato il sostegno “degli amici di Putin” alla mozione, parlando di “tentativi di polarizzare l’Europa”. Secondo Bruxelles, i tentativi di destabilizzazione proseguiranno, ma l’Unione è decisa a contrastarli con decisione.