La tennista britannica Tara Moore è stata ufficialmente squalificata per quattro anni, dopo che il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) ha accolto il ricorso dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA), ribaltando la precedente assoluzione. La decisione, resa nota il 15 luglio 2025, ha scosso il mondo del tennis, riaccendendo il dibattito sulla lotta al doping. Moore, ex numero uno britannica nel doppio, era risultata positiva al nandrolone e al boldenone durante il torneo WTA di Bogotá nell’aprile 2022. Inizialmente sospesa, era stata poi scagionata nel dicembre 2023 da un tribunale indipendente, che aveva ritenuto plausibile l’ipotesi di contaminazione alimentare. Tuttavia, l’ITIA ha contestato la decisione, sostenendo che la concentrazione di nandrolone nel campione fosse incompatibile con l’ingestione accidentale di carne contaminata. Il CAS ha accolto l’appello, stabilendo che Moore non è riuscita a dimostrare l’assenza di intenzionalità nella violazione delle norme antidoping. La squalifica, valida fino al 2028, terrà conto dei 19 mesi già scontati tra il 2022 e il 2023. La giocatrice, 32 anni, ha dichiarato di non aver mai assunto consapevolmente sostanze vietate e ha espresso profonda delusione per la sentenza. “La mia reputazione e la mia carriera sono state compromesse da un errore che non ho commesso”, ha scritto in una nota. Il caso Moore solleva interrogativi sulla gestione delle prove scientifiche nei procedimenti antidoping e sulla tutela degli atleti. Per l’ITIA, la sentenza rappresenta un segnale forte: “Ogni caso viene valutato con rigore, ma la protezione dell’integrità sportiva resta prioritaria”, ha dichiarato la CEO Karen Moorhouse.
