Gentile Signor Direttore,
Le scrivo per esprimere la mia gratitudine. I casi della vita, che in realtà sono parte del disegno cosmico, hanno fatto sì che l’Onorevole Lorenzo Cesa (forse memore della rubrica che ho tenuto su La Discussione “Il bene non fa notizia ma c’è” frase di mio padre Aldo Moro) mi abbia ricollegata a La Discussione mettendomi in contatto con la “magica” Angelica Bianco e spiegando che se avessi avuto qualcosa da dire Voi mi avreste accolta. Fantastico!
Tanto tempo fa ho sentito una frase bellissima, tratta dal Talmud (parola che significa “studio” ed è il grande libro guida sapienziale della tradizione ebraica) “Il Signore conserva le lacrime delle donne” vado a memoria e forse non sono proprio queste le parole precise, ma il senso c’è. Significa che le donne, generalmente, sono più sensibili e collegate al tutto e piangono con maggiore facilità. Non sono lacrime di dolore, di rabbia o di frustrazione bensì espressione del sentire dell’anima. Commuoversi non è segno di debolezza anzi, perché lasciare trapelare le emozioni richiede coraggio. Mi sono ricordata di tutto questo, perché, poche sere fa, ho visto in diretta tv il Ministro (detesto la dizione la Ministra, la Sindaca) Bellanova commuoversi il che denota passione per la verità ed amore per il prossimo. Volevo ricordare quindi che alcune lacrime possono essere considerate preziose. Tanto preziose da essere conservate dal Signore. E per associazione di idee mi viene in mente il discorso delle Beautitudini, quello di Gesù sulla montagna, “Beati coloro che piangono perché saranno consolati” e questa è una promessa che riguarda la sofferenza cancellata per sempre.
Porteremo con noi nell’eternità solo le nostre emozioni è bene ricordarlo. Non si prende in giro, né si strumentalizza qualcuno che si è emozionato e/o commosso, perché significa non capire la propria umanità. Comunque anche se, a volte, gli esseri umani non comprendono, il Dio dell’Universo preserva le nostre lacrime come preziose, testimonianze di amore consapevole. Questo è bello perché non andranno mai perdute.
Con ossequio e gratitudine.