Massafra – C’è una domanda che attraversa silenziosamente le giornate dei giovani massafresi, spesso nascosta tra un caffè al bar e una valigia pronta accanto al letto: restare o partire?
È una scelta che non è mai solo logistica, ma esistenziale. Perché decidere se mettere radici nella propria terra o cercare altrove ciò che qui sembra mancare significa interrogarsi su identità, speranze, diritti e possibilità.
Il Sud che perde i suoi giovani: un fenomeno che riguarda anche Massafra
I dati ISTAT non lasciano spazio a dubbi: il Mezzogiorno continua a perdere ogni anno migliaia di giovani tra i 18 e i 34 anni. Massafra, con i suoi circa 32 mila abitanti, rientra in questo preoccupante trend.
Non è solo una questione numerica, ma un segnale d’allarme per tutta la comunità. Scuole che si svuotano, piazze sempre più silenziose e meno vivaci raccontano una realtà difficile da ignorare.
Al centro di tutto c’è il lavoro. Non basta trovarlo: serve un’occupazione stabile, dignitosa e coerente con le competenze acquisite. Qui la difficoltà è evidente. Molti giovani si ritrovano in una rete di contratti a termine, stage poco remunerati e lavori precari che non garantiscono un futuro. Anche chi ha studiato, spesso, è costretto a cercare altrove opportunità che qui non trova.
Ma la questione non è solo economica. Molti lamentano la mancanza di spazi di partecipazione e confronto reale, un senso di isolamento politico e sociale. Le idee nuove sembrano scontrarsi con muri di diffidenza o con la difficoltà di accedere a fondi, bandi e progetti.
«Spesso ci sentiamo ignorati – racconta Antonio, 27 anni – come se il nostro futuro non fosse una priorità».
Restare e costruire: il coraggio di chi non molla
Non tutti però decidono di partire. Ci sono giovani che scelgono di restare, di investire energie e competenze nella propria terra, nonostante tutto.
Nel mondo dell’associazionismo, della cultura e dell’imprenditoria emergono segnali incoraggianti. Gruppi di ragazzi organizzano eventi, laboratori, iniziative di inclusione sociale e culturale, portando nuova linfa e speranza.
Tra questi c’è Giulia, 24 anni, laureanda in Scienze Politiche, che sogna di costruire una rete di coworking e spazi di formazione.
«Non vogliamo favori, vogliamo strumenti – dice – vogliamo sentirci parte di un progetto, non solo numeri da catalogare».
Cosa serve davvero per trattenere i giovani
Intervistando i ragazzi di Massafra, emerge un messaggio chiaro: non servono assistenzialismi, ma opportunità concrete.
Spazi pubblici vivi, luoghi di incontro e confronto, accesso facilitato a fondi e progetti, dialogo aperto e trasparente con le istituzioni. Solo così sarà possibile invertire la rotta e far crescere una comunità che guarda al futuro con fiducia.
Per rispondere efficacemente alle esigenze dei giovani, il Comune e le istituzioni dovrebbero mettere in campo iniziative concrete, tra cui:
- Creazione di spazi di coworking e incubatori d’impresa: ambienti attrezzati dove giovani imprenditori, startupper e creativi possano lavorare, collaborare e crescere, favorendo la nascita di nuove attività sul territorio.
- Piani di formazione e orientamento professionale: percorsi che uniscano formazione tecnica e opportunità pratiche, in sinergia con scuole, università e imprese locali, per aumentare l’occupabilità e l’adeguatezza delle competenze.
- Bandi e finanziamenti per start-up giovanili: sostegno economico e consulenziale per idee imprenditoriali innovative, soprattutto nei settori cultura, turismo sostenibile, digitale e ambiente.
- Promozione della partecipazione attiva: coinvolgimento diretto dei giovani nelle decisioni politiche attraverso consigli comunali dei giovani, forum tematici e consultazioni periodiche, per farli sentire protagonisti del cambiamento.
- Rilancio degli spazi culturali e ricreativi: potenziamento di biblioteche, teatri, spazi sportivi e aree verdi, per creare luoghi di socializzazione e crescita personale.
- Campagne di sensibilizzazione e comunicazione: valorizzazione delle storie di successo e degli esempi positivi di giovani che hanno scelto di restare o tornare, per creare un clima di fiducia e speranza.
Una sfida che riguarda tutta la comunità
Il destino dei giovani non è un problema individuale, ma una questione collettiva. Ogni giovane che lascia Massafra è una perdita per la città: una mente che non insegna, una mano che non lavora, una voce che non partecipa. E questo impoverisce l’intera comunità.
Serve una politica locale che metta i giovani al centro, non solo a parole ma nei fatti: nelle scelte di bilancio, nei piani urbanistici, nelle politiche sociali e culturali.
Perché senza giovani una città non vive, si spegne lentamente.
Massafra può essere una terra dove i sogni non prendono il treno.
Perché ciò accada, serve il coraggio di cambiare rotta, di investire nel capitale umano, di valorizzare idee ed energie nuove. Solo così Massafra potrà essere un luogo dove restare non è una rinuncia, ma una scelta consapevole e felice.