giovedì, 10 Luglio, 2025
Esteri

India, sciopero nazionale contro le riforme di Modi: milioni in piazza per i diritti dei lavoratori

L’India si è fermata. Milioni di lavoratori hanno aderito oggi allo sciopero nazionale indetto dalla Central Trade Union (CTU), una piattaforma che riunisce le principali sigle sindacali del Paese, per protestare contro le riforme economiche del governo Modi. La mobilitazione, definita “Bharat Bandh”, ha paralizzato trasporti pubblici, attività industriali e servizi in numerose città, con manifestazioni pacifiche ma determinate in tutto il territorio nazionale. Al centro della protesta ci sono i quattro codici del lavoro introdotti tra il 2019 e il 2020: Code on Wages, Industrial Relations Code, Occupational Safety, Health and Working Conditions Code e Social Security Code. Secondo i sindacati, queste riforme favoriscono le grandi imprese a scapito dei lavoratori, aumentando la precarietà, riducendo le tutele e limitando il diritto di sciopero. Tra le misure contestate: l’aumento dell’orario lavorativo fino a 12 ore, la flessibilità nei licenziamenti, la riduzione dei controlli sulla sicurezza e l’esclusione dei lavoratori informali dai benefici previdenziali. “Queste politiche non modernizzano il Paese, lo impoveriscono,” ha dichiarato un portavoce della CTU, sottolineando che il 93% della forza lavoro indiana è impiegata nel settore informale e rischia di restare senza protezione. Il governo Modi difende le riforme come necessarie per attrarre investimenti e stimolare la crescita, ma i dati mostrano un aumento della disoccupazione e una crescente disuguaglianza. I manifestanti chiedono il ritiro dei codici, l’introduzione di un salario minimo dignitoso e maggiori garanzie sociali. Lo sciopero, che ha visto la partecipazione di agricoltori, operai, impiegati pubblici e lavoratori del settore bancario e minerario, è stato definito dai sindacati “il più partecipato degli ultimi anni”. E mentre il governo tace, le piazze parlano forte: l’India del lavoro chiede giustizia.

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