venerdì, 27 Giugno, 2025
Esteri

Esercito ucraino: a Sumy fermata l’avanzata russa. Negoziati, Erdogan: se Putin sarà al tavolo con Zelensky, verrà anche Trump

Lavrov (Russia): l'aumento della spesa Nato non influirà sulla nostra sicurezza

La giornata di ieri al Consiglio europeo ha confermato quanto l’unità dell’Unione sul fronte ucraino sia ancora fragile. I principali dossier sul tavolo – adesione dell’Ucraina all’UE, sanzioni alla Russia e spese militari – hanno evidenziato la frattura tra i Paesi dell’Est e i governi di Viktor Orbán (Ungheria) e Robert Fico (Slovacchia), sempre più critici rispetto alla linea maggioritaria. Nel frattempo, sullo sfondo dei colloqui europei, prosegue l’attività diplomatica internazionale per riportare Russia e Ucraina a un tavolo negoziale, mentre i combattimenti non accennano a fermarsi. Secondo Kiev, l’avanzata russa verso Sumy sarebbe stata bloccata e nella notte l’esercito ucraino ha abbattuto 24 dei 41 droni Shahed lanciati da Mosca. Ieri notte, le forze armate ucraine hanno intercettato 24 dei 41 droni Shahed lanciati dalla Russia. Alcuni sono partiti dalla Crimea occupata, altri da territori russi come Bryansk e Kursk. Le regioni di Donetsk e Kharkiv sono state nuovamente prese di mira. Zelensky ha fatto sapere a Trump che “Putin sicuramente non sta vincendo”, sottolineando che gli ha mostrato dati e fatti sulla situazione reale al fronte. Ma lo scenario resta drammaticamente incerto. Intanto, a margine del vertice NATO dell’Aja, il presidente statunitense Donald Trump ha lanciato pesanti accuse alla Spagna, rea di voler restare al 2% di spesa militare rispetto al PIL, ben al di sotto dell’obiettivo comune del 5% entro il 2035. “È l’unico Paese che non vuole pagare. Faremo in modo che paghi attraverso i dazi. Anche il doppio”, ha minacciato Trump in conferenza stampa, aggiungendo che negozierà personalmente un nuovo accordo commerciale con Madrid. Parole che hanno spinto la ministra della Difesa spagnola Margarita Robles a replicare con fermezza: “La Spagna non accetta lezioni da nessuno. Siamo un alleato serio e affidabile. Il nostro contributo alla NATO è concreto e non misurabile solo in percentuali arbitrarie.” Trump ha anche confermato un colloquio “molto buono” con Volodymyr Zelensky, affermando che “non avrebbe potuto essere più gentile” e che “vuole la pace”. Il presidente americano si è detto pronto a parlare con Vladimir Putin per trovare un accordo: “Forse è il momento giusto per finirla”, ha dichiarato.

Mosca: il riarmo NATO non ci preoccupa

Da Mosca arrivano intanto toni sprezzanti rispetto alle recenti decisioni NATO. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha minimizzato l’impatto dell’aumento della spesa militare occidentale: “Non influirà sulla nostra sicurezza”. Ancora più netto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: “L’Occidente agita una minaccia immaginaria per spremere denaro ai propri contribuenti e armare ancora l’Ucraina. Nessuna persona seria solleva la questione della minaccia russa.” Il presidente russo Vladimir Putin – ha aggiunto Peskov – non ha mai discusso seriamente con Trump dell’idea che la Russia rappresenti una minaccia per l’Europa. Intanto, il ministro della Difesa Andrei Belousov ha rilanciato l’accusa secondo cui “le forniture europee di armi e mercenari all’Ucraina stanno destabilizzando l’Europa stessa”.

Erdogan: “Trump ci sarà se ci sarà Putin”

In questa fase di movimenti diplomatici, un ruolo chiave lo gioca anche la Turchia. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato di essere al lavoro per organizzare a Istanbul o Ankara un terzo round di negoziati diretti tra Zelensky e Putin. Secondo Erdogan, Trump gli avrebbe garantito la sua presenza ai colloqui “se anche Putin sarà presente”. “Avvieremo subito i contatti necessari”, ha dichiarato.

Zelensky: “Ricostruire ora per mostrare che vinceremo”

Durante il suo intervento all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Zelensky ha rilanciato l’importanza di investire nella ricostruzione già durante la guerra: “Manderebbe il segnale che il mondo crede nella vittoria dell’Ucraina”. Ha anche ricordato l’appuntamento del 10-11 luglio a Roma, definendolo “strategico” sotto la guida della premier Giorgia Meloni. A chiudere il vertice NATO, Meloni ha partecipato a un incontro con i leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito, insieme al segretario generale della NATO Mark Rutte e allo stesso Zelensky. Il comunicato congiunto ha ribadito la necessità di mantenere alta la pressione sulla Russia e di sostenere lo sforzo ucraino, anche industriale, per la difesa.

Mosca: tribunale speciale “farsa senza valore”

Nel frattempo, si è accesa una nuova polemica diplomatica dopo la firma dell’accordo tra Zelensky e il Consiglio d’Europa per la creazione di un tribunale speciale sui crimini russi. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha definito l’organo “una parodia della giustizia” e ha promesso che la Russia considererà “nulle e non avvenute” tutte le decisioni del futuro tribunale. Zakharova ha anche annunciato l’intenzione di convocare l’ambasciatore tedesco per denunciare quelle che ha definito “pressioni e molestie” nei confronti dei giornalisti russi in Germania.

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