Dopo oltre quattro decenni, l’India torna a scrivere la propria storia nello spazio. Il 24 giugno, il capitano di gruppo Shubhanshu Shukla, 39 anni, è stato lanciato in orbita a bordo della missione Axiom-4, diventando il secondo astronauta indiano a viaggiare nello spazio e il primo a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il lancio, avvenuto dalla base di Cape Canaveral in Florida, è frutto di una collaborazione tra NASA, ISRO, ESA e SpaceX, e segna un momento simbolico per il programma spaziale indiano, che punta a inviare un astronauta sulla Luna entro il 2040 e a costruire una propria stazione orbitale entro il 2035. Shukla, ex pilota da caccia con oltre 2000 ore di volo e una laurea in ingegneria aerospaziale, è stato selezionato nel 2019 tra quattro ufficiali dell’aeronautica per il programma Gaganyaan. Dopo un lungo addestramento in Russia e in India, è stato scelto come pilota della missione Ax-4, guidata dalla veterana NASA Peggy Whitson. “Siamo tornati nello spazio dopo 41 anni. Questo non è l’inizio del mio viaggio verso la ISS, è l’inizio del volo spaziale umano dell’India”, ha dichiarato Shukla in un messaggio trasmesso subito dopo il decollo. Il primo e finora unico astronauta indiano era stato Rakesh Sharma, che nel 1984 volò a bordo di una Soyuz sovietica. Da allora, l’India ha investito in modo crescente nel settore spaziale, culminando con missioni come Chandrayaan-3 e Aditya-L1. Il lancio ha scatenato festeggiamenti in tutto il Paese. Il primo ministro Narendra Modi ha definito l’evento “un orgoglio per 1,4 miliardi di indiani”, sottolineando come Shukla rappresenti “la nuova generazione di pionieri scientifici”.