giovedì, 26 Giugno, 2025
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Papa Leone XIV: “Fermate la logica della vendetta, la Siria non sia dimenticata”

Dopo l’attentato a Damasco il Pontefice lancia un appello alla comunità internazionale: “Nessuna nazione levi la spada contro l’altra. Si ascolti il grido dell’Altissimo”

Durante l’udienza generale del mercoledì tenutasi in Piazza San Pietro, Papa Prevost ha lanciato un nuovo appello alla pace. Lo ha fatto con parole dirette, che parlano a tutti e richiamano alla responsabilità collettiva in un momento di forti tensioni internazionali. “Respingere la logica della prepotenza e della vendetta”, ha detto il Pontefice rivolgendosi non solo ai fedeli ma anche ai leader politici. L’intervento arriva all’indomani dell’attentato avvenuto a Damasco, un episodio che ha riacceso i riflettori su una regione già segnata da anni di guerra, instabilità e sofferenze.

“Nessuna nazione levi la spada contro l’altra”

Le parole del Papa si sono ispirate a un passo del profeta Isaia, contenuto nell’Antico Testamento, che invita i popoli a deporre le armi. “Nessuna nazione levi la spada contro l’altra”, ha detto il Papa. Poi ha aggiunto: “Si ascolti il grido dell’Altissimo”. Un’esortazione spirituale che, tradotta nella cronaca, diventa un invito a mettere fine alla spirale di violenze e rappresaglie che, in molte parti del mondo, continua a generare morte e distruzione. Il messaggio è chiaro: non esiste giustificazione che possa rendere accettabile la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti.

Solidarietà ai cristiani del Medio Oriente

Nel suo discorso, Papa Leone XIV ha rivolto un pensiero speciale ai cristiani che vivono nel Medio Oriente, definendoli “testimoni silenziosi e spesso dimenticati”. Si tratta di comunità antichissime che, nonostante le persecuzioni e le difficoltà quotidiane, continuano a vivere la loro fede con discrezione e fermezza. In Siria come in Iraq, in Libano come nei Territori palestinesi, questi fedeli rappresentano una presenza fragile ma significativa, spesso bersaglio di violenze e discriminazioni. “La Chiesa non dimentica i suoi figli”, ha detto il Pontefice, sollecitando sostegno non solo spirituale ma anche concreto.

La Siria resta una ferita aperta

L’attentato a Damasco ha riportato all’attenzione internazionale il dramma siriano, che per molti versi era uscito dai titoli principali dei notiziari. Papa Leone XIV ha voluto rimettere al centro questa crisi, ricordando che “la comunità internazionale non distolga lo sguardo dalla Siria”. Il conflitto iniziato nel 2011 ha lasciato sul terreno centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. A distanza di oltre dieci anni, il Paese vive ancora una fase instabile, tra ricostruzione difficile, sanzioni economiche, crisi umanitaria e nuovi episodi di violenza.

Il ruolo della diplomazia e della responsabilità globale

L’appello del Papa si inserisce in una più ampia visione di pace costruita non solo con le parole ma con azioni concrete. In un contesto segnato da molteplici fronti di crisi, dalla guerra in Ucraina ai conflitti dimenticati in Africa e Asia, il Pontefice torna a chiedere che la diplomazia torni al centro del dibattito internazionale. Parlare, negoziare, cercare soluzioni comuni: sono questi, secondo Leone XIV, i modi per uscire da un mondo in cui la forza è ancora troppo spesso la prima risposta.

Un messaggio che supera i confini religiosi

Pur parlando da capo della Chiesa cattolica, il Papa ha scelto parole che si rivolgono a credenti e non credenti. Il suo messaggio è universale, fondato sull’idea che la dignità umana venga prima di qualsiasi ragione di Stato. La logica del nemico, ha spiegato più volte in passato, porta solo a nuovi nemici. È tempo invece, ha ribadito anche oggi, di costruire alleanze per la giustizia, la pace e la memoria condivisa.

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