Un errore di calcolo nella gestione delle risorse termoelettriche ha contribuito in modo determinante al blackout che il 28 aprile scorso ha lasciato milioni di cittadini spagnoli senza elettricità per oltre tre ore. È quanto emerge dal rapporto ufficiale presentato ieri in Consiglio dei Ministri dalla vicepresidente e ministra per la Transizione Ecologica, Sara Aagesen. Il documento, frutto di un’indagine congiunta tra REE (Red Eléctrica de España), l’Agenzia per la Sicurezza Energetica e l’FBI spagnola, ha escluso l’ipotesi di un attacco informatico, puntando invece su una cascata di eventi tecnici culminati in un collasso della rete peninsulare. Tra i fattori scatenanti, il più grave è stato un’errata valutazione delle risorse termoelettriche disponibili per il controllo della tensione, che ha impedito una risposta efficace alle oscillazioni registrate nella tarda mattinata. Alle 12:03, un’oscillazione anomala di 0,6 Hz ha innescato una serie di fluttuazioni che hanno messo in crisi l’intero sistema. Le misure di contenimento previste dal protocollo – tra cui la riduzione del flusso con la Francia e l’aumento della maglia di rete – si sono rivelate insufficienti, anche a causa della bassa domanda elettrica in quel momento e della saturazione delle linee fotovoltaiche. Il blackout ha colpito in particolare le regioni di Madrid, Castilla-La Mancha e parte dell’Andalusia, paralizzando trasporti, ospedali e servizi digitali. Il governo ha annunciato un pacchetto di misure urgenti per rafforzare la resilienza della rete, tra cui l’aggiornamento dei sistemi di previsione e l’assunzione di nuovi tecnici specializzati. “Abbiamo imparato la lezione,” ha dichiarato Aagesen. “Ora dobbiamo trasformare questa crisi in un’opportunità per costruire un sistema più robusto e intelligente.”
